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«È il nuovo business dei pachistani»

Infiltrazioni terroristiche, prima di tutto, ma anche sfruttamento delle donne. Sono questi i principali rischi dei "matrimoni bianchi", nozze di facciata attraverso cui molti stranieri cercano di ottenere la cittadinanza e il diritto a risiedere nel nostro Paese. A dirlo, con preoccupazione, è Souad Sbai, deputata del Pdl e presidente dell'Associazione donne marocchine in Italia, da sempre in prima linea sul fronte di diritti e doveri dell'immigrazione.
Quanto è diffuso oggi il fenomeno dei "matrimoni di convenienza"?
«Moltissimo, ma è difficile quantificarlo con precisione. Sono tanti gli uomini che pagano per sposare una donna con la cittadinanza italiana o magari con un permesso di soggiorno. Anche quest'ultima soluzione consente infatti di restare legalmente in Italia grazie al ricongiungimento familiare. Si tratta di matrimoni che avvengono soprattutto nell'Italia settentrionale, o che talvolta sono celebrati nel Paese d'origine. E costano moltissimo: anche 5-10mila euro».
Come vengono organizzati?
«Normalmente ci si sposa tra membri della stessa comunità, spesso anche della stessa famiglia. Ma talvolta ci sono donne che non sanno nemmeno il nome del "marito", uno sconosciuto, che poi magari non rispetta i patti e nega loro il divorzio. In pratica, per concederglielo si fa ridare il denaro che aveva pagato per il matrimonio e anche molto di più. Solo quest'anno avrò seguito almeno un'ottantina di casi del genere».
Ci sono delle comunità di immigrati in cui questa pratica è più diffusa?
«Sicuramente quelle pachistane, cinesi e soprattutto nordafricane. Nei Paesi dell'Africa settentrionale, infatti, è molto facile divorziare, basta un giorno. Talvolta poi sono coinvolti i rom, che da quando sono cittadini comunitari si prestano talvolta a questi matrimoni per soldi. E anche alcune donne italiane decidono di partecipare alla truffa. Spesso però loro si sposano per amore e poi si trovano in situazioni difficilissime. Devono stare attente».
È più facile che siano gli uomini a ricorrere alle "nozze bianche"?
«Sì ma non solo. Ci sono molte donne del Nord Africa che sposano a pagamento i loro connazionali per poter venire in Italia. Sono casi molto tristi, perché spesso nel loro Paese facevano le prostitute, poi vengono qui e sono ricattate. In questi casi il marito si trasforma in uno sfruttatore che impedisce il divorzio e le costringe a prostituirsi per poterne tenere i guadagni. Servirebbe un numero verde per consentire alle donne, che temono di perdere il permesso di soggiorno, di sporgere denuncia in forma anonima».
Quali sono, in sintesi, i problemi principali che comportano i “matrimoni di convenienza”?
«Senza allarmismi vorrei sottolineare che rendono più facili eventuali infiltrazioni terroristiche. Spesso infatti gli estremisti ricorrono a questo stratagemma per poter agire indisturbati in Italia».
A livello normativo cosa si può fare?
«Non molto. Non puoi impedire alle persone di sposarsi ed è difficile controllare. Oggi la cittadinanza non viene concessa immediatamente con le nozze, ma è condizionata a un periodo di residenza in Italia. Ma non basta.

La cronaca lo dimostra».

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