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«Il nuovo Cassina fa paura anche a me»

Gian Piero Scevola

da Milano

Igor Cassina non è stanco di volare. In tutti i sensi: quando si stacca dalla sbarra che gli ha regalato l’oro olimpico e si libra in aria sfidando tutte le leggi gravitazionali, oppure quando al comando di un jet Aermacchi MB339CD in dotazione alle Frecce Tricolori si tuffa negli spazi infiniti oltre la velocità del suono. Sono passati poco più di 14 mesi da quell’incredibile agosto 2004 quando Cassina fece impazzire la folla dopo un esercizio perfetto nella finale della sbarra alle Olimpiadi di Atene.
«E ora sono pronto a ricominciare», afferma il Nembo Kid di Meda che dal 21 al 27 novembre sarà impegnato nei campionati del mondo a Melbourne in Australia. «Ho smaltito la sbornia dell’oro olimpico, una vittoria alla quale pensavo da quando avevo sei anni e ora sono pronto a rituffarmi nelle competizioni che contano». Gli stimoli non gli mancano, la voglia di andare avanti, pur avendo già 27 anni, neppure. I sacrifici sono tanti, enormi, ma questo ragazzo che sogna di diventare pilota (dopo l’esperienza fatta a Guidonia ne è sempre più convinto) non s’è montato la testa. Anzi, nel mirino ha l’oro mondiale, visto che l’argento l’ha già ottenuto nel 2003 ad Anaheim, per poi tentare il bis olimpico a Pechino. E il colpo che ha in canna è di quelli che lasciano tramortiti.
«A Melbourne il mio obiettivo è accedere alla finale, poi vedremo. Rifarò lo stesso esercizio di Atene, con il salto che ha stupito tutti, il movimento Cassina». Già, l’ex salto Kovacs con avvitamento a 360 gradi sull’asse longitudinale, universalmente noto e riconosciuto come il «movimento Cassina», codificato dalla Federazione internazionale di ginnastica. Un riconoscimento per il brianzolo che lo fa entrare nella storia della ginnastica, ma Cassina vuole andare oltre, vuole stupire, vuole superare i limiti umani.
«È vero», confessa, quasi arrossendo. «Sto preparando il “movimento Cassina 2”, un esercizio talmente difficile che quasi mi fa paura. Per Melbourne non sono ancora pronto a eseguirlo, ma a Pechino lo presenterò. In allenamento l’ho già eseguito, ma un conto è farlo in assoluta sicurezza, con tutte le protezioni del caso. Ben diversa l’atmosfera della gara, dove basta un niente per sbagliare. Come mi è capitato ai campionati italiani quando, forse per colpa della poca colla, col Cassina 1 ho mancato la presa e sono finito a terra». Già perchè quello che Cassina sta provando a ripetizione è il doppio avvitamento longitudinale che dovrà essere eseguito nello stesso tempo del Cassina 1, con una velocità di esecuzione raddoppiata e un più esteso lancio in alto. Insomma, una autentica sfida alla gravità, ma Igor ci crede. «La ginnastica è tutta la mia vita, non mi sono arricchito con l’oro olimpico e non cambierò mai attrezzo. E a curarmi la medaglia ci pensa mamma Tiziana, che ogni giorno le cambia posto per paura dei ladri. Non invidio quelli, come Montano, che sono diventati personaggi. Ci sono modi diversi per gestire la propria vita».

E quella di Cassina è tutta in un «movimento».

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