Allora, vediamo un attimino... la mamma mi manca, mi manca veramente un casino. Però siamo anche al mare, le notti sono lunghe e le ragazze non mancano. Ascolta, ti propongo uno scambio: io ti do la mia fidanzata che ce l’ho già e tu mi dai la tua. Anzi, guarda se mi dai la tua fidanzata io ti regalo anche mia sorella e la sua migliore amica. Fìdati, non voglio fregarti, sono delle vere strafigu... Scambio di coppia. O tratta delle bianche. Invece no: scambio di figurine. Eravamo partiti da Pizzaballa, quasi mezzo secolo fa, poi in ordine sparso sono arrivati Aerei e missili, Sandokan, la Barbie, Animali di tutto il mondo, Rambo, La Bella e la Bestia, Harry Potter. Settemila collezioni diverse. Ma adesso la figurina Panini ha un nuovo insospettabile protagonista, un nuovo idolo che ti conquisterà: te stesso. La Panini, leader mondiale delle figurine, otto filiali estere, più di venti miliardi di figurine stampate, un miliardo di bustine l’anno prodotte, più di cento Paesi raggiunti, 579 milioni di euro di fatturato, ha aperto una nuova frontiera che passa direttamente da casa tua: un album fatto su misura, My Panini Holyday, con la raccolta delle foto delle tue vacanze in formato figurina, personalizzata da te stesso. Quattordici figurine in tutto, 9,90 euro, massimo 15 con le spese di spedizione. Sembra sia facile: una volta digitalizzate le immagini vai sul sito www.panini.it, clicchi My Panini Holiday e te le fai da solo, Panini le stampa, le impacchetta e te le manda a casa. Ci puoi spedire di tutto: l’ultimo flirt dell’estate, la crociera esotica, la seratina in disco, il viaggio in camper. Ma anche l’album di nozze, la storia della tua famiglia, i compagni di classe, le tue ex, sempre che arrivino a quattordici. E nelle didascalie ci scrivi quello che ti pare. L’iniziativa è appena partita, all’estero c’è già la fila: «La domanda più alta finora viene dal Brasile, dalla Germania, dal Portogallo. Dieci minuti dopo aver lanciato l’iniziativa sul sito c’erano già le prime prenotazioni» spiega Antonio Allegra, direttore New Media del gruppo Panini, l’uomo che ha fatto sbarcare la figurina sul Web.
Per generazioni, soprattutto quella dei baby boomer, le figurine sono state un rito collettivo, il paese delle meraviglie, il mondo dell’infanzia, una strana Borsa dove una riserva qualsiasi poteva valere più di Rivera, Mazzola e Riva messi assieme. Ma anche paradosso. Eugenio Rizzolini per farsi riconoscere la pensione da calciatore fu costretto a portare la sua figurina alla Previdenza degli atleti, a Napoli quella di Zambrotta fu consegnata in tribunale per incastrare un pregiudicato. Le figurine sono state costume. Adesso sono anche in bikini. Con gli anni hanno cambiato faccia: le prime costavano 10 lire, in bustine da due, e si appiccicavano con la coccoina. Ora si sono buttate nella rete, hanno sposato le nuove tecnologie, sono diventate interattive. La Panini di oggi, oltre agli album tradizionali, è raccolta virtuale, collezioni multimediale, community per collezionisti, prodotto per telefonia mobile. Da Pizzaballa a Matrix.
Di certo con le figurine se ne fanno di tutti i colori. In Palestina va forte l’album dell’Intifada, 229 rettangoli bianchi da riempire con le foto dei kamikaze, come le lapidi di un cimitero. In America quello dei serial killer. Il mostro di Milwakee, il vampiro di Brooklyn, il macellaio di Woodside. Da fare a pezzi. A Cuba va El album de la rivolución cubana, con i Barbudos della Sierra Maestra, il Che e tanti che non ci sono più.
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