Adalberto Signore
da Roma
Manca qualche minuto alle 22.30 quando Umberto Bossi torna a calcare il prato di Pontida. Loccasione non è quella dei tradizionali raduni oceanici della Lega (lultimo rinviato dopo la sconfitta referendaria), ma lentusiasmo e le ovazioni che accompagnano larrivo del Senatùr sono quelle dei giorni migliori. Il piccolo comune a pochi chilometri da Bergamo, guidato da due anni dal giovane sindaco leghista Piergiorgio Vanalli, è infatti come ogni anno alle prese con la festa estiva del Carroccio. E Bossi, dopo aver rinunciato al suo consueto Ferragosto a Ponte di Legno a causa della temperatura eccessivamente rigida, vuole comunque stare «con la sua gente».
Ad aspettarlo ci sono oltre 1.500 militanti, molti già seduti davanti a casonsei e polenta, altri in piedi solo ad aspettare il «Capo». Il Senatùr non li delude. Camicia verde e toscano tra le dita, saluta, abbraccia e firma autografi pure su bandana e magliette. Poi, dopo un piatto di lasagne e uno di polenta con funghi in compagnia di Vanalli, Ettore Pirovano e Giacomo Stucchi, parla dal palco per una ventina di minuti e alla fine, ricordando i giorni della malattia, arriva a commuoversi fino alle lacrime.
Da Pontida, il leader della Lega rilancia la battaglia per lautonomia, «la lotta per la libertà». Che, spiega, «va ripresa al più presto» ma «usando larma della Costituzione vigente». Il Carroccio, dunque, inizia a carburare la sconfitta referendaria e prova a mettere nero su bianco la strategia per il futuro. Sulla quale Bossi sembra intenzionato a imprimere una certa accelerazione se, come confidava a chi ha cenato con lui, «Prodi sbanda ogni giorno di più» ed «è chiaro che questo governo non ha lunga vita». Volendo fare una previsione, spiega, «non va oltre la Finanziaria».
E allora «non cè inciucio che tenga». «Berlusconi - dice ancora - me lha assicurato: se cade Prodi non cè altra strada che quella del voto». Sarà anche per questo che il Senatùr ha deciso di anticipare i tempi del ritorno in piazza, inizialmente previsto per metà settembre con la cerimonia di Venezia («verrete tutti sulla motonave con me»). Per il 27 agosto, infatti, è già stata messa in calendario una manifestazione a Ca San Marco e a inizio del mese dovrebbe arrivare anche la già rinviata Pontida («la faremo fra due o tre settimane», annunciava martedì sera).
Ed è dal palco della festa, microfono in mano, che il ledaer della Lega rassicura i militanti presenti che quel «patto per la libertà della Lombardia e del Veneto» fatto a Pontida tanti anni fa, quando «eravamo sì a casa nostra ma non ancora padroni», sarà rispettato. Dopo un anno in cui «abbiamo marcato il passo», spiega, «verrà un anno di fortissima accelerazione per la libertà della nostra terra».
Poi, Bossi ribadisce che lasse con Silvio Berlusconi non vacilla. Anzi, «la partita è iniziata proprio a casa sua» dice riferendosi a una delle ultime cene ad Arcore. «Tra Lega e Forza Italia - spiega - abbiamo due regioni, il Veneto e la Lombardia, e lo Stato lasci quindi una parte dei soldi che rastrella sul territorio perché è questo che dice la Costituzione vigente». Chiaro il riferimento al Titolo V così come riformato dallUlivo nel 2001. Insomma, «parte la battaglia» perché «oggi la Lombardia che ritirava la coda tra le gambe e pagava non cè più».
Cè spazio anche per parlare della situazione internazionale. Sì alla missione di pace in Libano che «è un fatto positivo perché è lunico modo per portare la pace». Anche se, aggiunge, «lunico problema» è che «come tutte le missioni costa un sacco di soldi». E per «un governo che non ne ha»... Poi il Senatùr chiama sul palco il figlio Renzo, 18 anni a settembre e folti capelli ricci. È «quello che mi assomiglia di più», dice, e «dopo aver finito lUniversità sarà pronto per la Lega».
Quando rievoca i «durissimi» giorni della malattia, si commuove fino alle lacrime. «Mi ha aiutato il vostro affetto e lamore della mia famiglia», spiega. Con un pensiero alla moglie Manuela Marrone, che gli è stata «sempre accanto». «Mi diceva: Devi continuare a fare quello per cui hai messo in piedi la Lega, il federalismo che è tradizione». Mentre adesso, attacca, «arrivano la famiglia omosessuale e il partito dei pedofili». Dopo un breve cenno alla crisi della Credieuronord («nessuno ci perderà mezza lira»), Bossi torna sulla questione immigrazione: se verrà approvata la legge che abbrevia i tempi per la concessione della cittadinanza «faremo un referendum e sicuramente gli italiani la abrogheranno». Perché la sinistra «la vuole solo per avere i voti degli immigrati».
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