Giusto per capire che il 2007 sarà quello di Giorgio Panariello, vale la pena di raccontare il suo Capodanno. Che non è stato un Capodanno, sono stati due. E mica come quelli del 2006 che, in fondo, fra la Bussola e la Capannina non cè tutta questa distanza. Panariello, stavolta, è transitato da Genova a Montecatini, rischiando anche un passaggio da Montecarlo. «È un classico, lo facevano anche Corrado e Bramieri. E devo dire che ora sto più calmo. Da giovane sono riuscito anche a fare sei Capodanni nella stessa sera...».
Ma cosa ha raccontato al pubblico? Ha fatto i suoi personaggi in versione sansilvestrina?
«Ho fatto quello che faccio sempre, me stesso. Io credo che un comico non debba fare il Messia, mi limito a fotografare la quotidianità».
Una normalità che ha portato anche a un risultato assolutamente anormale, come la sua premiazione come personaggio televisivo dellanno da parte dei lettori di Tv sorrisi e canzoni, la bibbia della televisione. Eppure, il 2006 non è stato certo il suo anno di grazia. Anzi. Come è possibile? È un premio alla carriera?
«Scusi se non è molto signorile, ma mi sto toccando tutto il toccabile....».
La capisco. Ma resta un fatto: il suo 2004 e 2005 sono stati ottimi e abbondanti, il 2006 no.
«È vero, ma è anche il motivo per cui il premio mi ha reso doppiamente felice. Anche e soprattutto perché è un riconoscimento che arriva dal pubblico, non dai circoli ristretti degli addetti ai lavori. E, quindi, evidentemente hanno capito che faccio il mio lavoro con onestà e passione, senza insultare nessuno. Di questi tempi, non è scontato».
Ma non cancellerebbe nulla del 2006?
«No, rifarei tutto».
Persino Sanremo?
«Persino Sanremo. Certo, magari lo rifarei con uno spirito un po meno guascone, con un po più di certezze, riflettendo un po di più sugli ospiti. Ma è dagli errori che si impara».
Lei ne sa qualcosa. Anche lultimo programma seriale che ha fatto, Il cielo è sempre più blu, non è stato un trionfo. Anzi. Soprattutto, per uno come lei che è stato abituato a fare anche il 50 e il 60 per cento di share. Uno che ha sconfitto Maria De Filippi e il Bagaglino. Uno che ha fatto chiudere Bonolis. Più che un presentatore o un comico, una gallina dalle uova doro per Raiuno.
«Anche in quelloccasione, ho fatto errori, che però mi hanno insegnato molto. Ad esempio che non farò più programmi così lunghi senza ospiti. E poi ho sbagliato, per affetto, a volerlo fare a Montecatini, dove era iniziata la straordinaria avventura di Torno sabato».
Però la sento combattivo ed entusiasta.
«Ho unetà e unesperienza che mi insegnano a pensare positivo. In Toscana, da noi, si dice che poggio e buca fanno pari».
Un altro diceva: tre volte sulla polvere, tre volte sullaltare. Quale sarà laltare del 2007?
«Spero che il primo arrivi subito. A San Valentino esce il nuovo episodio di Notte prima degli esami, che non è un seguito, ma proprio unaltra storia».
Cosa fa? Il prof al posto di Faletti? Lo studente ripetente?
«Interpreto il padre di Nicolas Vaporidis, Luca, che è un genitore assolutamente più infantile del figlio. E, infatti, in qualche modo è lui che fa da padre a me».
Era successo qualcosa di simile con il suo personaggio nel film di Leonardo Pieraccioni.
«È vero e credo che succeda perché gli autori hanno scritto i personaggi appositamente su di me. Fra laltro, Fausto Brizzi, il regista, mi ha detto che sono venuto molto bene. Per quel che ho visto, ha ragione: non sono venuto malaccio».
A proposito di cose da ragazzi, lei fa la pubblicità alla Nintendo. E pare sia un testimonial credibilissimo. Fin troppo?
«Effettivamente, voglio provare quello che sponsorizzo e da quando ho questa macchinetta, passo le nottate a giocarci. Lazienda è soddisfatta perché molti ragazzi vanno a chiedere il gioco di Panariello. Io pure perché devolvo in beneficenza parte dei miei compensi».
Ha abbandonato il teatro «serio» dopo il Borghese gentiluomo?
«In questo periodo sto portando in giro Faccio del mio meglio, spettacolo con cui tocco molto il Sud e piazze di provincia, dove magari non ero mai stato. Poi, passerò a uno spettacolo che si chiama Il paese è piccolo, che racconta di un paese immaginario, dove vivono i miei personaggi, vecchi e nuovi. E questo lo porterò invece nelle grandi piazze: al Sistina, allo Smeraldo».
Sembra quasi un copione per un nuovo spettacolo in televisione.
«Per il momento, la televisione non è nei miei programmi. Però...».
Però?
«Mi fanno sorridere quelli che dicono no alla tivù».
Però!
«Io credo che dalla televisione non si possa prescindere.
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