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Il nuovo Milan, gambe molli e nervi scoperti

La condizione fisica dei rossoneri preoccupa Ancelotti e Galliani che ha chiesto una relazione a Milanlab

da Milano
L’operazione «non è successo niente» è partita di primo mattino, a Milanello prim’ancora che arrivassero quasi a braccetto i protagonisti del litigio in piena regola, Ancelotti e Seedorf. A quell’ora non era ancora avvenuto il siparietto di Napoli dove Silvio Berlusconi ha premiato il massaggiatore di Maradona Carmando rievocando l’altro scudetto soffiato sotto il naso (Alemao e la monetina, maggio del ’90). Meglio non riaprire certe ferite e decifrare con precisione la battuta del presidente che definisce «una bolla di sapone» non moggiopoli ma «le accuse al Milan». L’operazione «non è successo niente» si avvale anche della solidarietà pelosa degli allenatori imprigionati dall’esclusiva Sky e sottoposti, a una tac, prima, durante e dopo. Qualcosa è successo, naturalmente, al Milan, dentro le sue viscere, sabato notte, e anche nei dintorni di Milanello, e non solo nei rapporti tra Ancelotti e Seedorf. L’allenatore ha un nervo scoperto e riguarda l’improbabile fama di rovina-giocatori che sta montando a sua insaputa. L’anno prima cominciò a discutere con Shevchenko (per motivi disciplinari), a Parma è successo con Kakà: ma eravamo a un normale esercizio del proprio mestiere («se continui così ti sostituisco»), a Livorno, con Seedorf, è accaduto qualcosa di molto diverso che denuncia un nervo scoperto dell’allenatore e che segnala anche la fragilità emotiva dell’ambiente (colpa dalla penalizzazione). «Chiarimento avvenuto» fanno sapere gli addetti all’operazione «non è successo niente».
Il punto, come sostiene il vecchio saggio («se col dito indico la luna non guardare il dito ma la luna»), è un altro. Da dove proviene il nervosismo del Milan? Dai 10 punti collezionati in quattro partite che varrebbero il primato insieme con l’Inter, per caso? Certamente no. Semmai dalle difficoltà tradite a Livorno, nella ripresa, che sono un aspetto diverso, molto diverso. E che attengono, innanzitutto, alla condizione fisica del Milan. Allora il nodo è questo: nonostante la massiccia dose di turn-over il Milan, nel secondo tempo di Livorno, è apparso sulle gambe. Si muove poco, ancor meno si muovono gli uomini deputati a creare scompiglio tra i rivali che occupano bene e in massa la propria metà campo. Da chi dipende il deficit? La risposta è garantita: da una preparazione fisica mai come questa volta improvvisata e modificata nella sua struttura generale, tesa a superare il turno preliminare di Champions league. Nel frattempo si procede con mini-blocchi di preparazione mentre si coglie un numero di infortuni muscolari mai registrato prima (Costacurta, Maldini e Favalli nel giro di tre giorni, quasi un record). Adriano Galliani, vicepresidente vicario del Milan, uno che è nato nella televisione, invece di preoccuparsi dell’effetto litigio, da sabato notte, si interessa della questione centrale milanista. E durante un colloquio riservato lungo il viaggio di ritorno da Pisa alla Malpensa, ha chiesto sull’argomento una relazione scritta ai responsabili di Milanlab. Cosa succede alla squadra? Avrà il tempo di migliorare il proprio rendimento fisico? Le risposte non sono attese a Lilla (ma si gioca a Lens e con un arbitro che evoca sfracelli, è lo spagnolo di Istanbul, finale con il Liverpool) ma dal prossimo mese, diciamo fino alla data simbolica del 28 ottobre, la notte del derby. La parolina magica, derby, appunto evoca forse anche altri riflessi condizionati. I gol di Crespo, uniti alle difficoltà di Oliveira e ai silenzi di Gilardino (a proposito torna domani sera in Francia), scavano altri malumori nell’ambiente.

Qualcosa è successo, al Milan, ma non certo tra Ancelotti e Seedorf.

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