«Il nuovo Prg? Tutto fermo per i ritardi della Regione»

Varato in pompa magna e senza lesinare quanto a toni trionfalistici, il nuovo Prg di Roma è fermo ai blocchi di partenza dalla fine di marzo dello scorso anno. Nonostante i buoni propositi seguiti all’approvazione di un provvedimento che avrebbe dovuto aprire una «fase storica» per la capitale, la lunga sospensione non ha innescato finora commenti nel centrosinistra. Perché, denuncia Fabio Desideri, capogruppo della Dc in consiglio regionale, responsabile della frenata è proprio la maggioranza che governa comune e regione. «Il Piano territoriale paesistico regionale - spiega l’esponente centrista - è fermo ai box da mesi, nonostante le rassicurazioni dell’assessore diessino Pompili. La prolungata sosta, in attesa dell’adozione da parte della Giunta, provoca il blocco dei Prg dei comuni del Lazio, compreso quello di Roma, che aveva ricevuto il via libera dall’assemblea comunale lo scorso 22 marzo ma è ancora stoppato dai ritardi amministrativi accumulati dalla Regione, nel più completo silenzio del centrosinistra». Se non si sblocca il Piano paesistico, peraltro non diventano effettive nemmeno le «norme velocizzanti» inserite ad hoc per snellire l’iter dei prg, accelerandole l’attuazione. «Il paradosso è che l’esecutivo Marrazzo - insiste Desideri - sta procrastinando l’esame del Ptpr. La cui mancata adozione non solo ferma l’operatività dei Prg di molti comuni laziali, ma, soprattutto, paralizza quello di Roma, a quasi un anno dal via libera dell’Aula Giulio Cesare. Un brutto colpo, questo, per il sindaco e per le sue ambizioni da premier».

Suonano beffarde, sottolinea ancora il democristiano, le parole dette a marzo da Veltroni, che elogiò il clima di collaborazione con la Regione che «ha espresso - disse - la volontà di attuare il Piano nel più breve tempo possibile». «Non sappiamo - conclude Desideri - a quanto corrisponda il “più breve tempo possibile” per la Regione: forse i due centrosinistra al governo si muovono su diverse curve spazio-tempo».

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