Obama conquista gli islamici: «Non siamo nemici»

Un’intervista a una televisione araba per riaprire il dialogo con il mondo musulmano, con tanto di promessa di recarsi quanto prima in visita in una non precisata capitale islamica. Barack Obama non perde tempo per cancellare un altro spezzone dell’eredità politica dell’Amministrazione Bush. Si rivolge ad Al Arabiya, l’emittente rivale di Al Jazeera, e ammette alcuni errori del recente passato, ma ricorda anche che chi si fa scudo della religione per diffondere intolleranza e violenza non può sperare di prevalere.
«Gli americani non sono vostri nemici». È stato questo lo slogan scelto da Obama per indicare il nuovo stile della Casa Bianca. Gli Stati Uniti sono «pronti a tendere la mano dell’amicizia» verso il mondo islamico, che Obama ha ricordato di conoscere bene per diretta esperienza («Ho dei parenti musulmani, ho passato in Indonesia anni della mia infanzia»). Gli americani, ha spiegato il presidente davanti ai microfoni di Al Arabiya, devono imparare che «il mondo musulmano è pieno di persone straordinarie che vogliono solo vivere la loro vita», cosa ben diversa dal terrorismo di Al Qaida, a proposito del quale Obama ha citato le parole del suo discorso d’insediamento: «Credo che il mondo musulmano abbia capito che questa via non porta da nessuna parte, ma solo ad altre morti e distruzioni».
Poche parole per liquidare l’eredità di Bush («A volte facciamo errori, non siamo perfetti. C’è stata una demonizzazione dell’America, che però non è nata come potenza coloniale e non c’è motivo per cui non si possano recuperare le alleanze col mondo islamico di venti o trent’anni fa»), poi un nuovo affondo contro Al Qaida: «I suoi capi mi sembrano nervosi, le loro idee sono alla bancarotta». Questo mentre al Senato di Washington il Segretario alla Difesa Robert Gates confermava che gli attacchi missilistici sul Pakistan continueranno per snidare i membri di Al Qaida provenienti dal vicino Afghanistan.
Un capitolo importante Obama lo ha dedicato al rilancio della diplomazia americana. In particolare verso l’Iran, con il quale la porta del dialogo è aperta, «purché Teheran schiuda il pugno». Ma nelle stesse ore il capo degli Stati Maggiori Mike Mullen ricordava che «l’opzione militare contro l’Iran resta valida» e dalla capitale iraniana è arrivata una risposta secca: «Aspettiamo da Obama cambiamenti concreti».
L’intervento del presidente americano su Al Arabiya ha suscitato enorme interesse. Il sito web dell’emittente si è riempito di commenti positivi e di invocazioni di benedizioni di Allah su di lui.

Ma non sono mancate le critiche, in particolare sulla posizione di Obama sul conflitto israelo-palestinese, e gli insulti («Schiavo negro, perché hai abbandonato la fede islamica di tuo padre?», «L’han fatto presidente per ripulire l’immagine dell’America»). Ma qualcuno ha invitato ad «ascoltare il nuovo che arriva» e c’è chi si è spinto a proporre «un sondaggio su Obama tra tutti i musulmani del mondo». Che essendo più di un miliardo, non pare impresa da poco.

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