Un po’ ecomostro e un po’ capolavoro, il liceo alberghiero di Montpellier - Francia meridionale - è stato inaugurato nei giorni scorsi, in tempo per il nuovo anno scolastico e nel pieno rispetto della tabella di marcia e dell’orgoglio francese in tema di lavori pubblici. Intitolato a George Frêche, l’eterno sindaco socialista della città - poi presidente della regione Linguadoca-Rossiglione - morto nell’ottobre del 2010, il nuovo edificio scolastico è di un certo interesse per l’opinione pubblica italiana a causa della sua (doppia) firma: Massimiliano e Doriana Fuksas. Ovvero, il sodalizio professionale e coniugale il cui elemento maschile rappresenta il più fulgido esempio di «archistar» all’italiana. Sempre al centro di polemiche, per il suo dire e per il suo fare, entrambi spesso «estremi» e provocatori.
E se il cantiere, aperto sei anni fa, è stato chiuso secondo i programmi fissati dai poteri pubblici locali e nazionali coinvolti, il progetto è frutto della fantasia, dell’ingegno e dell’esperienza dell’architetto più amato e più detestato del nostro Paese. Che, con l’involucro luccicante e sinuoso (è un susseguirsi di curve ricoperte di triangoli di alluminio), i colori degli interni (giallo, verde, magenta, arancio) e il bianco dell’arredamento) ha diviso pubblico e addetti ai lavori, in Francia e in Italia, fra chi resta estasiato e chi grida all’obbrobrio. Soprattutto grazie alle (o per colpa delle) facciate, costituite da 17mila «cassette» triangolari in alluminio anodizzato «alucobond» (ognuna delle quali riporta un codice a barre che permette di identificarne la posizione) sulle quali si appoggiano pannelli solari e si aprono 5mila finestre, triangolari anch’esse ma ognuna diversa dall’altra.
Quel che appare incontestabile è che il liceo Frêche, costato circa 80 milioni di euro, è un complesso monumentale di 24mila metri quadrati in cui la funzione scuola è in simbiosi con la funzione alberghiera. Oltre al liceo, capace di ospitare mille studenti, comprende anche una sala polivalente da 180 posti, un hotel di dodici camere (6 da 2 a 3 stelle, 4 da 4 stelle e 2 suites), e tre ristoranti (uno gastronomico di 50 coperti, una brasserie e un ristorante destinati alla formazione degli studenti per una capienza totale di circa 200 coperti). Nonché un negozio per la vendita dei prodotti realizzati dagli studenti.
La struttura, che pure si sviluppa in orizzontale, è imponente e si caratterizza per le forme fluide e curve che «inanellano» tutti gli ambienti. All’esterno, lo sky-line apre una cavità architettonica nella quale si aprono da una parte l’entrata degli studenti e dei visitatori e dall’altra un ingresso per gli insegnanti. A unire i due edifici scolastici (liceo e «foresteria») cinque passerelle che attraversano una corte alberata dalle pareti coloratissime. Nei tre piani dello studentato ci sono i locali che ospitano 75 posti letto per gli alunni e dieci appartamenti per gli insegnanti. E poi un’aula magna e una palestra connessa all’esterno con una pista d’atletica e un campo sportivo.
Altro dato incontestabile è che si tratta di un’opera pubblica al cento per cento, anche dal punto di vista urbanistico. Perché con la sua estensione su oltre un ettaro e mezzo, ridisegna profondamente il paesaggio di una delle zone più visibili dell’intera area metropolitana di Montpellier, attraversata com’è dall’arteria che collega il cuore della città ai grandi centri commerciali, all’autostrada, al mare e all’aeroporto.
Sul piano estetico, invece, l’ultima realizzazione di Fuksas divide eccome. E sul web i commenti vanno dal «ci sono grandi architetti che amo e ammiro, ma Fuffas proprio no» al «semplicemente meraviglioso», dal «tubo di scappamento», all’«interessante». Chissà che cosa ne avrebbe detto quell’acuto e geniale studente italiano dell’Università di Montpellier che rispondeva al nome di Francesco Petrarca. O Elena di Savoia, la regina in odore di santità che scelse Montpellier per vivere gli ultimi anni di esilio e di vita e che volle essere sepolta nel cimitero di Saint-Lazare, poco distante dal nuovo liceo.
O lo stesso George Frêche. Maoista in gioventù, poi socialista atipico, quel sulfureo docente universitario di diritto e parlamentare e sindaco di lunghissimo corso (alla Camera dal 1973 al 2002 e in municipio dal 1977 al 2004) fu prima emarginato da Mitterand e poi cacciato dal partito che aveva contribuito a fondare perché si era lamentato dell’eccessiva presenza di giocatori di colore nella nazionale di calcio francese.
Passionale per gli amici e truculento per i nemici, Frêche avrebbe espresso il suo giudizio sul liceo che porta il suo nome con la stessa franchezza che lo aveva portato a dire nel 2002 a Jospin, candidato socialista all’Eliseo poi escluso dal ballottaggio, che il suo programma non era comprensibile e a definire «subumani» i francesi musulmani rimpatriati dall’Algeria che votavano a destra.
In Francia, comunque, Fuksas lavora da tempo con grande profitto.
Nei prossimi mesi, infatti, parteciperà a Pierrefitte-sur-Seine a Saint-Denis all’inaugurazione della nuova sede dell’Archivio nazionale francese (che conserva i documenti di tutti i ministeri tranne Difesa ed Esteri). Edificio realizzato sul suo progetto vincitore del concorso svolto nel 2005.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.