«Trasformazione e riqualificazione del compendio immobiliare di proprietà di Acea spa in via Laurentina 555»: recita così lintestazione della delibera 305 del 13 dicembre 2006 che dovrebbe essere votata, dopo numerosi rinvii, nel corso di un prossimo Consiglio comunale. Unarea di ben ventimila metri quadrati, a ridosso dellEur e vicina al nodo di scambio della metro B «Laurentina», in cui dovrebbe sorgere «un complesso a destinazione residenziale per un massimo del 30 per cento (pari a circa seimila metri quadrati) e non residenziale per la restante parte». Il tutto a patto che venga approvata la delibera 305/06 e il relativo cambio di destinazione duso da «zona M1» - che nel Prg vigente destina larea a «servizi pubblici generali» - a «zona F» (senza contare la classificazione «Infrastrutture tecnologiche» prevista dal nuovo Prg). Peccato che dal 19 dicembre 2006 - contrariamente a quanto si legge nella delibera - il compendio immobiliare in questione risulti non essere più di proprietà dellAcea perché ceduto da questultima a una società privata attraverso procedura competitiva.
«In sostanza - denunciano i consiglieri comunali di An Marco Visconti (vicepresidente della commissione Patrimonio) e Luca Gramazio, e il capogruppo capitolino dellUdc, Dino Gasperini - il Consiglio comunale, ancora una volta ridotto al ruolo di passacarte, sarà chiamato a ratificare la valorizzazione di unarea che è stata già ceduta a un privato. LAcea e il Comune ci spieghino quello che non emerge dal testo: quanto vale attualmente larea rispetto a quanto indicato nella delibera (circa 12 milioni di euro, ndr,) e soprattutto come il plusvalore economico derivante dalla sua prevista valorizzazione andrebbe comunque a finire nelle casse comunali».
Obiezioni che l11 maggio scorso il presidente Umberto Marroni (Ulivo), in rappresentanza dellintera commissione Patrimonio, ha già formulato con una lettera inviata ai vertici di Acea e al direttore del VI Dipartimento «Pianificazione e Progettazione generale», Daniel Modigliani. Nella missiva si richiedono inoltre chiarimenti sulla «procedura con la quale è stata effettuata la seconda fase competitiva adottata per lalienazione della sola area di via Laurentina - in quanto lavviso iniziale riguardava anche il compendio immobiliare di via delle Testuggini - e se esiste un precedente da parte del Comune di avvio dellalienazione con lindicazione di soggetti privati precedente alla delibera di indirizzo del Consiglio comunale».
Una procedura diversa rispetto a quella adottata per il deposito Atac di via della Lega Lombarda, ceduto dopo la valorizzazione attraverso asta pubblica.
Obiezioni trasversali in Campidoglio su unarea ex Acea da «valorizzare»
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