Roberto Zanitti
da Udine
Forse era troppo concentrata sul Barcellona per doversi preoccupare del Livorno formazione che, lontano dal «Picchi», aveva catturato, sinora, soltanto cinque punti. Così la domenica di un'Udinese orfana di gente importante (Bertotto, Iaquinta, Pinzi, Candela e Natali), diventa subito maledetta, con gli amaranto in vantaggio dopo 8'. Il «merito» è tutto di Obodo: solo soletto in mezzo all'area, il centrocampista non trova di meglio che indirizzare goffamente nell'angolino basso il più innocuo dei cross (autore Lazetic, guastatore alle spalle dell'unica punta Lucarelli). E una disgrazia accompagna l'altra: Pieri, all'esordio stagionale, è vittima di un incontro ravvicinato con Cesar Prates, si scaviglia ed è costretto ad uscire in barella. Al 24' primo segnale di pericolo per la porta ospite: Amelia si oppone infatti alla grande ad un colpo di testa dell'ex Vidigal. Passoni, colto da una sorta di emulazione nei confronti di Obodo, azzarda poi la palombella: Amelia, però, è un gatto. Al 43' poi potrebbe esserci rigore, ma Morganti giudica involontario un mani di Vargas su conclusione di Barreto. Livorno vicino al colpo del ko al 58': Balleri, subentrato all'azzoppato Cesar Prates, pennella per Lucarelli, ma la zuccata a colpo sicuro del capitano trova ben piazzato De Sanctis. Cosmi ha mal d'Africa, toglie dal centrocampo sia Muntari (comunque snaturato in fascia) che Obodo e rischia il «ribelle» Di Natale. Ma davanti ci sono zanzare che non pungono e, al 73', inevitabile, ecco il gol che chiude definitivamente la gara: classico contropiede del Livorno con Lucarelli che, stavolta, non delude il suo assistman Balleri, brucia sul tempo Juarez e pietrifica De Sanctis.
Nel dopo gara Donadoni fa catenaccio e restituisce al mittente ogni messaggio Champions.
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