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Oggi il varo del piano anticrisi in cinque mosse Anche Confindustria sostiene la riforma del Cav

Oggi il Cdm proporrà nuovi sgravi alle imprese che investono in ricerca e assumono giovani. L'appoggio degli industriali: "L'iniziativa del governo è un'opportunità da cogliere subito. Chi rappresenta interessi di parte non deve far politica ma rompere lo status quo che uccide l'economia"

Oggi il varo del piano anticrisi in cinque mosse 
Anche Confindustria sostiene la riforma del Cav

Roma - Consiglio dei ministri di prima mattina per l’approvazione del «pacchetto per lo sviluppo». Silvio Berlusconi e i ministri economici, Giulio Tremonti e Paolo Romani, hanno concordato ieri la linea in un incontro a tre e oggi portano sul tavolo di Palazzo Chigi una riforma costituzionale sull’attività economica, il riordino degli incentivi pubblici alle imprese, il riavvio del piano casa, l’attuazione del Piano Mezzogiorno. A questi provvedimenti si aggiunge un decreto legislativo per modificare alcuni meccanismi dell’Irap, in particolare la deducibilità dell’imposta regionale dalle imposte sui redditi.
Sarà un percorso a tappe. Oggi il governo si concentra sulle modifiche alla Costituzione, che riguardano gli articoli 41 (libera iniziativa economica), 97 (pubblica amministrazione) e 118 (ruolo Regioni e enti locali nel favorire l’iniziativa economica). Un provvedimento su cui, oltre a quella del premier, compaiono le firme di Umberto Bossi, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli, Paolo Romani, Renato Brunetta, Angelino Alfano e Raffaele Fitto.
Con la revisione dell’articolo 41, il governo si propone, per dirla con il ministro dell’Economia, di «permettere tutto ciò che non è espressamente vietato» in campo economico, mentre ora tutto appare vietato, a meno che non sia espressamente permesso. Un cambio di rotta di 180 gradi. Una volta approvato, il nuovo testo costituzionale avrà ricadute a cascata su leggi nazionali e regionali, modificando alla radice il quadro normativo sulla libertà d’impresa e di iniziativa economica. Con il cambiamento dell’articolo 118, Stato, Regioni, Comuni e Province dovranno «garantire», e non più solo «favorire» l’iniziativa autonoma dei cittadini, in base al principio di sussidiarietà.
Partirà quindi dal primo gennaio 2012 la riforma degli incentivi pubblici alle imprese. La bozza di riforma preparata da Romani prevede l’introduzione di tre categorie di strumenti: meccanismi automatici mediante buoni o voucher, a favore soprattutto delle piccole e medie imprese nei casi di importo limitato; valutazioni per progetto; accordi negoziali per investimenti di grossa entità per almeno 20 milioni di euro. Vengono cancellate circa 30 norme in materia e riviste 100 norme nazionali e circa 1.400 regionali. Sarà creato un «fondo unico per gli interventi di sostegno al settore produttivo», in cui confluiscono tutte le risorse residue delle leggi abrogate. Per le piccole e medie imprese arrivano corsie preferenziali, semplificazioni e una riserva del 50 per cento delle risorse disponibili.
Fra le novità della vigilia, una clausola introdotta al disegno di legge sulla concorrenza: in casi particolari, stabiliti dal Comitato interministeriale per il credito, la commissione di massimo scoperto non sarebbe dovuta alle banche. I casi riguarderebbero gli sconfinamenti minimi o di breve durata.
La modifica dell’Irap prevede una deducibilità differenziata (ora è al 10 per cento, uguale per tutti) dalle imposte sul reddito (Irpef e Ires). Secondo il testo preparato da Tremonti, il governo rimodula le deduzioni attraverso una delega: la deduzione terrà conto del «costo del personale e degli interessi passivi ed oneri assimilati alla formazione della base imponibile». Una rimodulazione che, però, non dovrebbe consentire un grande risparmio fiscale in quanto attuata in maniera da evitare effetti negativi sui conti pubblici. La delega dovrebbe scongiurare una possibile bocciatura dell’attuale sistema da parte della Coste costituzionale il 22 febbraio.
Infine, il governo ascolterà da Raffaele Fitto una relazione sullo «stato dell’arte» per quanto riguarda il piano casa e la realizzazione delle grandi opere pubbliche. Gli investimenti in ferrovie e autostrade si concentreranno nel Mezzogiorno.

Nel piano per lo sviluppo del Sud anche una defiscalizzazione (Irap zero) degli investimenti produttivi, affiancata dall’introduzione di crediti d’imposta automatici per le imprese che fanno ricerca e assumono giovani laureati.

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