«Okkuperemo la sedia di Veltroni»

«Al patto che ho stretto con Roma non posso e non voglio venir meno e d’altro canto, l’amore per la mia città, per le mie radici per il lavoro che sto portando avanti, mi impedisce di fare diversamente». È bastato questo passaggio del discorso con cui ieri, al Lingotto di Torino, Walter Veltroni ha accettato la candidatura a segretario del Partito democratico, a spegnere le ultime speranze di chi confidava in un gesto a sorpresa del sindaco: l’addio al Campidoglio per dedicarsi «a tempo pieno» alla sua nuova occupazione di leader politico nazionale.
Ma il rinnovato «Patto con Roma» del primo cittadino ha innescato immediatamente la dura reazione dell’opposizione. Per il commissario romano di Forza Italia, Francesco Giro, «la scelta di Veltroni di mantenere il doppio incarico di sindaco di Roma e di leader del Pd, essendo sinora lui unico e solo candidato preconfezionato alle primarie, ci lascia perplessi. Il rischio è quello di un sindaco part-time che già nel primo anno del suo secondo mandato ha dimostrato una buona dose di disaffezione e indolenza, ora destinate ad aumentare, con gravi ripercussioni sulla nostra città». Si affida all’ironia invece il capogruppo comunale azzurro, Michele Baldi: «D’ora in avanti quando non si presenterà in Consiglio comunale, così come ha fatto quasi sempre in questi anni, Veltroni si premuri di far togliere la sua poltrona perché Forza Italia quella poltrona, provocatoriamente, “la occuperà”. Il sindaco tradisce Roma e la usa come trampolino di lancio personale. E alle sue tante citazioni io ne voglio fare una sola: vorrei un sindaco come Petroselli. Un sindaco vero per questa città, con le sue idee politiche, non annacquate né trasformistiche. Un primo cittadino che invece di parlare dell’alta velocità parlasse della bassa velocità che c’è a Roma, massacrata da infiniti problemi non risolti».
Anche il capogruppo comunale dell’Udc, Dino Gasperini chiede a «Veltroni di venire in consiglio comunale a spiegare se, come, e fino a quando, intende togliere tempo alle risposte ai problemi di Roma per bearsi del ritrovato ruolo partitico nazionale. Non ci accontenteremo dei proclami del vice-sindaco Maria Pia Garavaglia che parla di una squadra al lavoro fino al 2011: già da domani mattina (oggi, ndr) raccoglieremo le firme per l’autoconvocazione di un consiglio comunale straordinario per costringere il sindaco a darci delle certezze sui tempi della consiliatura e sulla continuità dell’azione amministrativa, nonchè il rispetto del mandato avuto dagli elettori».

«Un bellissimo discorso - interviene il presidente del gruppo Misto in Campidoglio, Fabio Sabbatani Schiuma -, anzi una bella favola, quella raccontata da Veltroni agli italiani. Un bel “Libro Cuore” di buone intenzioni che cozzano drammaticamente con la realtà di Roma, città che sta governando da sei anni».

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