Olmi di via Lanciani, oggi si decide

Rita Smordoni

È giallo sugli olmi di via Lanciani. Quelli interessati dai lavori della metro B1, nel III municipio. Nei prossimi giorni gli alberi a rischio taglio non saranno toccati, almeno quasi tutti. Ma l’ultima parola non è detta. Manca un comunicato ufficiale del Comune di Roma e di Roma Metropolitane.
Domani il via ai lavori. Restano sul piede di guerra i residenti. Nell’area fra piazza Marucchi e largo De Ruggiero, erano previste secondo il programma di Roma Metropolitane una serie di baracche prefabbricate. Via gli olmi ultracinquantenari, chi dice 13 chi dice 18, per far posto a spogliatoi, bagni, mense e dormitori per gli operai. Gli abitanti, però, ne erano del tutto all’oscuro. Mercoledì in strada gli avvisi del Comune: «A causa dei lavori, alcuni olmi ammalati saranno tagliati. Altri verranno potati e trapiantati». Una formula già adottata per viale Libia e Conca d’Oro. Piante d’alto fusto, destinate a campare almeno cent’anni, che improvvisamente si rivelano in fin di vita... E trapianti: un trauma difficile da sopportare, senza trattamento un paio d’anni prima, spiegano gli agronomi. Giovedì, d’improvviso, le motoseghe: «All’alba hanno cominciato a tagliare - racconta per i residenti Adolfo Rinaldi, ingegnere -. Ci siamo precipitati, mettendoci in mezzo. Ma come? In tutte le metropoli del mondo si piantano alberi, qui invece li segano? Per le baracche c’è un’area libera, vicino Ponte Lanciani. Perché non piazzarle lì?».
Il vicepresidente del consiglio comunale, Fabio Sabbatani Schiuma, An, ha subito indirizzato una lettera aperta a Veltroni: «Serve rispetto per gli abitanti. Comprensibile il cantiere, ma almeno le aree riservate agli operai possono finire altrove. Gli olmi di via Lanciani non sono malati, come dice qualcuno. Né possono essere trapiantati, insultando l’intelligenza dei cittadini». Fra gli abitanti intanto è rivolta. «Parlano di espianto, ma ci prendono in giro - accusa Emma Gatti, avvocato -. Gli alberi hanno radici enormi, dicano chiaramente che li sopprimeranno». E Rinaldi: «Se ci costringono, li difenderemo con le unghie e con i denti».
Venerdì scorso una riunione in extremis in Campidoglio: «Gli olmi sono salvi - assicura, al termine, il presidente del III Municipio, Corsetti - martedì (oggi, ndr) decideremo come e dove sistemare le baracche». «È l’ennesima fiction propagandistica del centrosinistra - replica però Sabbatani Schiuma -. Se si volevano veramente evitare disagi ai residenti, si doveva intervenire molto prima. Da anni si sapeva dei lavori». Oggi la risposta. Ma restano ancora molti interrogativi. Un paio di olmi verranno comunque abbattuti. Malati? Chissà. E dove finiranno le baracche? «Si stringeranno - dice Corsetti -. Se no, si vedrà».

Ma possibile che il minisindaco, dopo decine di riunioni per la Metro B1, non sapesse nulla della soppressione degli olmi? «Ho litigato per giorni con Roma Metropolitane, mi avevano tenuto all’oscuro di tutto - giura Corsetti - Sapevo che le baracche sarebbero finite sotto gli alberi, non al loro posto». Infine l’altro tema caldo, i parcheggi. In tutto il III Municipio salteranno esattamente 202 posti. Ne saranno recuperati 180: in viale XXI Aprile, in via Sant’Angela Merici e in via Stevenson.

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