Omaggio dei burattinai al burattino Pinocchio

I burattinai più famosi d’Italia rendono omaggio a Pinocchio con uno spettacolo in arrivo domenica al Teatro S.Pietro di Quinto (spettacoli alle 15.30 e 17.30). Heros e Daniele Salvioli hanno deciso di girare il Paese col loro «Magico teatro dei burattini» per far rivivere «una fiaba che coinvolge tutte le generazioni e trasmette valori importanti che molto spesso non sono alla base dei prodotti attualmente indirizzati ai più giovani. Con “Pinocchio“ abbiamo toccato tutte le regioni d’Italia, andando in scena nei teatri delle maggiori città: Milano, Torino, Firenze, Bologna... e naturalmente Genova».
Per i Salvioli, la professione di burattinai è una tradizione di famiglia: Heros e Daniele, aiutati dalle mogli, hanno imparato dai genitori un mestiere che si tramanda da generazioni: «La passione per questo spettacolo mantiene intatte le tradizioni e l'esperienza di cinque generazioni di burattinai, che, da sempre, con pazienza e amore si occupano direttamente della realizzazione dei burattini, dei loro costumi e delle scenografie, dando la voce e la personalità ad ogni burattino che si esibisce nello spettaccolo - spiegano i Salvioli -. Il nostro non é un semplice lavoro, ma una passione tramandata da padre in figlio che coinvolge l'intera famiglia per trecentosessantacinque giorni all'anno. Con Pinocchio abbiamo voluto fare un omaggio al burattino più famoso del mondo e all'arte dei burattinai».
Fu il nonno di Heros, tal Guido Rumba Niemen, a trasferire lo spettacolo dei burattini dalle piazze ai teatri: eredi diretti di rapsodi e cantastorie, i burattinai si erano esibiti fino all’Ottocento nelle corti, per poi uscire negli spazi aperti delle piazze dei paesi; i loro spettacoli erano essenzialmente commedie e si rivolgevano esclusivamente ad un pubblico adulto. In seguito, si pensò di indirizzare lo spettacolo dei burattini verso le fiabe per rivolgersi anche ai più giovani, pur sforzandosi di mantenere intatti i caratteri originari di «commedia».
L’origine del teatro dei burattini è molto antica: li si trova menzionati nella «Repubblica» di Platone (IV secolo a.C.) ed è attestata la loro presenza anche nel corso del Medioevo, salvo poi essere «cacciati» dall’Italia durante la Controtiforma. È grazie alla Commedia dell’Arte che questo spettacolo rifiorisce, prendendo a prestito i personaggi della tradizione napoletana (Pulcinella, Arlecchino, Pantalone...). Proprio Pulcinella diventerà veicolo delle istanze di libertà della Rivoluzione francese portate in Italia da Napoleone; la vena satirica connaturata alle rappresentazioni dei burattini e la loro dimensione di spettacolo «del popolo» porteranno i burattinai a scontarsi più volte con il potere. Durante l’occupazione napoleonica si svilupparono nel nord Italia le altre tre grandi tradizioni del teatro dei burattini: quella modenese, incentrata sul personaggio di Sandrone, quella bolognese con Fagiolino e quella bergamasca con Gioppino.

Vestigia di questi spettacoli sopravvivono ancor’oggi, oltre che nel teatro dei burattinai tradizionali, nelle maschere e nelle tradizioni di carnevale, come il discorso inaugurale in dialetto che ogni anno «Sandrone» pronuncia a Modena per giovedì grasso.

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