Omicidio dei vicoli, in cella il cognato del morto

È Umberto Pitino, pregiudicato ed ex galeotto di 62 anni, l’uomo arrestato dai carabinieri del Reparto operativo per l’omicidio del 46enne Giuseppe «Pino» Alessi, trovato morto nella sua abitazione in via alla Posta Vecchia nel centro storico di Genova la mattina dello scorso 21 aprile. Pitino, marito di Francesca, una delle sorelle della vittima, e attualmente residente in una città del Nord Est, colpì Alessi con due fendenti al torace. Ripulì interamente l’appartamento nella speranza di non lasciare tracce. I carabinieri trovarono però materiale organico lasciato dal killer. Nei giorni successivi al delitto interrogarono i parenti di Alessi, prelevando campioni di saliva. La comparazione dei codici genetici ha inchiodato Pitino. L’uomo è stato arrestato nella notte scorsa. Era alloggiato in un albergo del quartiere della Foce. Pitino era stato in carcere per questioni legate alla detenzione e allo spaccio di droga. I militari ritengono che il movente dell’omicidio risieda in una questione di soldi legata, appunto, allo spaccio.
Manca dunque il movente agli investigatori del comando provinciale genovese dei Carabinieri per completare l’accusa nei confronti di Umberto Pitino che, tra l’altro, ha una ventina di anni di galera alle spalle per reati vari, principalmente furto e spaccio di droga.
I Carabinieri ritengono possibile che i due gestissero in comune un traffico di stupefacente e che l’omicidio sia stato causato da un dissidio di natura economica, ma non hanno ancora accertato il movente. L’accusato non ha rilasciato dichiarazioni, nè al momento dell’arresto, nè dopo. Verrà interrogato oggi, probabilmente in mattinata, nel carcere di Marassi dove è detenuto, dal pm Alberto Lari. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip Lucia Vignale.
Gli investigatori, conclusa la prima fase dell’indagine venerdì scorso, avevano sottoposto a sorveglianza gli ambienti abitualmente frequentati da Pitino e in uno di questi, alla Foce, lo hanno trovato.


Il comandante del reparto operativo genovese, tenente colonnello Salvatore Graci, non ha voluto rilasciare altri particolari sulla vicenda, in attesa dell’interrogatorio di Pitino da parte del magistrato, ma ritiene sicuro il quadro probatorio ricavato dalle indagini.

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