Omicidio di via Padova, fermati due domenicani: "Non sono in una gang"

Fermati due domenicani di 18 e 19 anni per l'omicidio di Amhed Abdel Aziz El Sayed, l’egiziano ucciso sabato scorso. La polizia: "Aggressione occasionale, non sono della zona". Il Questore: "Il quartiere non è fuori controllo"

Omicidio di via Padova, 
fermati due domenicani: 
"Non sono in una gang"

Milano - Ci sono altri due fermati per l’omicidio di Amhed Abdel Aziz El Sayed, l’egiziano di 19 anni assassinato sabato scorso in via Padova a Milano, prima che i suoi connazionali scatenassero le rivolte. A finire in manette giovani due domenicani. Sale dunque a tre il numero dei presunti assassini dopo il fermo avvenuto giovedì scorso di un altro domenicano di 31 anni, fermato a bordo della sua auto in una zona a sud di Milano.

Hanno 18 e 19 anni i due domenicani fermati dagli agenti della Squadra mobile con l’accusa di concorso in omicidio volontario aggravato e lesioni personali perchè ritenuti coinvolti nell’aggressione. Sono entrambi regolari sul territorio italiano e uno dei due era stato già denunciato per minacce e possesso di un coltello. Il 18enne è stato fermato a Segrate mentre il 19enne a Legnano. Nel pomeriggio di giovedì scorso la polizia aveva già fermato a Segrate per gli stessi reati un dominicano di 31 anni domiciliato a Cinisello Balsamo (Milano). "Si tratta di tre persone che non abitano nè sono soliti frequentare la zona di via Padova e quindi possiamo dire che questo drammatico episodio poteva verificarsi ovunque", ha spiegato il dirigente della Squadra mobile Alessandro Giuliano, spiegando che il gruppetto di sudamericani si trovava in via Padova perchè stava raggiungendo un locale dove si teneva una festa. "Non ci risulta che fossero formalmente affiliati alla gang dei Trinitarios, anche se gravitavano intorno a questo gruppo", ha continuato Giuliano, spiegando che le testimonianze finora raccolte presentano diverse discordanze sia sulla dinamica che sul numero degli aggressori.

Ci sarebbero almeno due ricercati dato che il gruppetto di latino-americani sarebbe stato formato da cinque o sei persone. "Le indagini sono in una fase interlocutoria - ha proseguito il capo della Mobile - e ora la posizione dei tre fermati è al vaglio del Gip che dovrà decidere se tenerli o meno in carcere". "C’è una ragionevole concordanza tra le diverse testimonianze raccolte sui futili motivi che avrebbero portato prima al litigio tra il gruppetto di sudamericani e i tre africani", ha concluso Giuliano, con il questore Vincenzo Indolfi che parla di "futilissimi motivi" dietro all’omicidio di Ahmed Abdel Aziz el Sayed. 

Il questore: via Padova non è fuori controllo Quello di via Padova è un quartiere complicato perchè multietnico ma non è fuori controllo. È questo il messaggio lanciato dal questore di Milano Vincenzo Indolfi durante la conferenza stampa seguita all’arresto dei due dominicani accusati assieme a un loro connazionale arrestato giovedì, dell’omicidio di Amhed Abdel Aziz El Sayed. "Ci sono numerose entie in quella zona, i più numerosi sono i filippini, poi gli egiziani, cinesi e ancora peruviani e ecuadoriani - ha detto il questore - senza voler sminuire la gravità di quello che è successo, a Milano ci sono tante liti fra stranieri, questa purtroppo è finita male". Il questore ha voluto poi ringraziare gli agenti della Squadra mobile che "hanno saputo agire in fretta per la cattura degli assassini", gli agenti della Digos e i carabinieri del Nucleo Informativo, che "hanno arrestato gli autori delle violenze di sabato scorso".

Vietato il presidio di Forza Nuova La questura ha vietato per motivi di ordine pubblico un presidio organizzato da Forza nuova che si doveva tenere nel pomeriggio di oggi in piazzale Loreto angolo via Padova, e ha denunciato per manifestazione non autorizzata nove militanti della formazione di estrema destra che questa mattina con un blitz avevano attaccato uno striscione all’ingresso di via Padova e apposto una serie di volantini sui semafori della zona. Lo striscione recitava "lasciate ogni speranza o voi che entrate" mentre il volantino, facendo riferimento alla campagna di tesseramento di Forza nuova, spiegava "prima gli italiani poi gli immigrati". Sei militanti sono stati identificati dalla Digos per strada e altri tre in un bar. Tra i motivi che hanno spinto la questura a vietare il presidio c’è anche la concomitanza con due manifestazioni che si terranno oggi pomeriggio nel capoluogo lombardo.

La prima è organizzata da diverse associazioni antirazziste per celebrare il carnevale "Insieme con i migranti", mentre la seconda, che partirà alle 15 da piazza Cordusio e attraverserà il centro della città è promossa dalle associazioni internazionaliste dell’area antagonista "in solidarietà alle lotte del popolo palestinese, curdo e basco".

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