Politica

Onorevoli e senatori «baby»: accordo trasversale per svecchiare il Parlamento

Si potrà entrare alla Camera a diciott'anni e al Senato a venticinque, se passa la proposta di legge bipartisan per equiparare l'elettorato attivo a quello passivo. D'accordo esponenti del Pd e del Pdl, il ministro Meloni, s'è impegnata a proporlo al prossimo Consiglio dei ministri

«Onorevoli» a 18 anni e «senatori» a 25. Lo svecchiamento della politica italiana parte da qui, almeno secondo un gruppo di deputati e senatori bipartisan e il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, che ha annunciato la scorsa settimana il suo impegno a portare la proposta al prossimo Consiglio dei ministri. Il 21 gennaio scorso un progetto di legge che modifica la Costituzione, equiparando l'elettorato attivo a quello passivo, è stato già presentato sia alla Camera che al Senato, a firma Gozi e Graziano (Pd), Formichella e Centemero (Pdl).
«Le parole del Ministro Meloni fanno ben sperare che si possa arrivare ad un risultato concreto insieme. Si tratta di una proposta bipartisan di modifica costituzionale per abbassare l'età per entrare in Parlamento, e ora bisogna votarla», afferma Sandro Gozi deputato pidino e primo firmatario delle proposta di legge 4023 per la modifica dell'art. 56 e 58 in materia di elettorato passivo e attivo.
L'idea di mobilitarsi per svecchiare le Camere è partita da «Montiamoci la testa», workshop itinerante promosso dallo stesso Gozi, da Francesco Grillo di Vision e Alessandro Fusacchia di Rena, rete per l'eccellenza nazionale, in cui deputati di tutti i gruppi e giovani professionisti si confrontano pronti a cambiare il Paese. Nel primo incontro a novembre 2010 a Bertinoro è nata l'idea della proposta bipartisan, il secondo incontro tenutosi questo week end a Caserta e promosso dal deputato del Pdl Formichella ha visto un consolidamento delle adesioni.
Oltre all'abbassamento di voto, negli ultimi incontri si è discusso di come ridare forza alla democrazia - attraverso una anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, e relativo staff - e aprire la società meridionale grazie, ad esempio, reti che gestiscono i beni demaniali derivanti dal federalismo e i fondi europei per la formazione professionale e la ricerca.
Secondo un sondaggio del 2010 (fonte IPSO) il 66 per cento dei giovani, ovvero due giovani su tre degli under 34, non ha fiducia nella politica. «Con questa proposta vogliamo ri-appassionare i giovani alla politica, oltre a dare loro i diritti che hanno i pari età in Europa», precisa Gozi. Undici paesi europei hanno già adottato l'età minima di 18 anni per l'elezione dei loro parlamentari alla camera bassa: Germania, Spagna, Portogallo, Austria, Olanda, Lussemburgo, Slovenia, Danimarca, Ungheria, Svezia e Finlandia. La Francia voterà a gennaio 2011 una proposta di legge in questo senso. L'Italia, con Cipro, è oggi il paese con l'età minima dei deputati più vecchia, 25 anni.
«Un ragazzo di 26 anni come Mark Zuckemberg può inventare Facobook e diventare uomo dell'anno 2010 per la rivista Time, ma non ha i titoli per essere candidato al Senato della Repubblica e ha appena l'età per essere eletto deputato alla Camera - spiega il deputato Pdl, Nicola Formichella -. In Parlamento occorre pensare al futuro e dare spazio a chi il futuro lo rappresenta, alle priorità delle nuove generazioni. La parte più creativa della società non può votare le leggi dello Stato in cui vive.

Nella società dell'informazione la conoscenza è concentrata nei giovani che però non possono decidere quale società dell' informazione possono avere, quale libertà dare alla rete, quali debbano essere diritti e garanzie della privacy».

Commenti