Probabilmente i milioni di spettatori che ogni settimana seguono, incollati davanti al televisore, le sue avventure piene di tensione e adrenalina, mai si sarebbero potuti immaginare che sentimenti come la noia e la monotonia quotidiana potessero trovare spazio nella vita dellintrepido e cinico Dottor House. Eppure, sono state proprio queste sensazioni sempre più pressanti nella sua esistenza privata a portare lattore Hugh Laurie (che del dottor House ha vestito il camice e portato il bastone in tre fortunate stagioni televisive) a tentare la strada della letteratura.
Laurie, annoiato dai cicli di produzione che lo costringevano a ritmi forsennati sul set dove ripeteva decine di volte la stessa battuta e dove gli toccava magari «salire discendere le stesse scale per 14 volte di fila», nel 1996 decise di mettersi a scrivere. La vita dello scrittore gli sembrava decisamente più comoda di quella dellattore, anche perché poteva «farlo comodamente sdraiato su un divano». Ma i primi esperimenti fatti con il proprio diario furono un disastro. E proprio guardando quelle pagine Laurie si è accorto di quanto fosse banale ciò che stava scrivendo: «quando lho riletto - ha raccontato pubblicamente - sono rimasto scioccato dalla sua monotonia: niente cene con re o presidenti, nessuna montagna scalata, nessuna banda di spacciatori sgominata, niente lotte allultimo sangue con animali selvaggi, nessun goal segnato contro il Brasile nella finale dei Campionati del Mondo, nemmeno una tortura subita per estorcermi informazioni vitali. Così ho deciso di inventarmi una nuova vita. Volevo semplicemente immaginare una grande avventura».
Da queste considerazioni è nata lidea di scrivere un romanzo come Il venditore di armi, che esce domani in Italia per i tipi di Marsilio. È un divertente thriller dove azione e ironia sono mixate al punto giusto e dove Laurie mostra di aver ben assimilato la tradizione di autori di spy stories come Ian Fleming e Len Deighton ma anche quella di maestri del noir e dellhard boiled come Dashiell Hammett e Donald Westlake. Il libro soprattutto evidenzia un talento per la battuta degno del miglior Wodehouse, lautore preferito da Laurie per la sua scrittura «sottile e divertente».
Il protagonista è Thomas Lang, un ex agente della polizia diventato un mercenario. Un uomo solitario che ha come partner fissa la sua Kawasaki ZZR 1100 e che, nonostante tutto, non è ancora caduto così in basso da abbandonare certi principi. Quando gli offrono centomila dollari per assassinare un ricco industriale americano, Lang rifiuta lincarico e cerca in qualche modo di avvisare la vittima designata. Purtroppo la sua buona azione farà piovere su di lui una tonnellata di guai e lo costringerà a sopravvivere a femmes fatales, agenti del servizio segreto inglese e americano, aspiranti terroristi e trafficanti darmi. «Da bambino - ha detto Laurie - mi piaceva molto leggere certi thriller, ma purtroppo quelle storie non contenevano molte battute di spirito. Cera poco spazio per lironia in storie che parlavano di esplosioni, inseguimenti, belle donne da conquistare. Io ho cercato un po di fondere le due cose insieme».
E pensare che Laurie, una volta terminato il lavoro di scrittura, ha fatto di tutto per mantenere lanonimato. Ha infatti inviato sotto pseudonimo The Gun Seller (questo il titolo originale) a vari editori in modo da non influenzarne il parere. Allepoca era già un attore conosciuto grazie a pellicole come La carica dei 101 e Gli amici di Peter e a serial come A Bit of Fry and Laurie, Blackadder e Jeeves and Wooster, e soltanto dopo che il romanzo è stato accettato ha svelato la propria identità. Uscito nel 1997, Il venditore di armi è immediatamente diventato un best seller in Inghilterra e negli Stati Uniti, tanto che lattore John Malkovich si è subito innamorato dellidea di trasformarlo in un film e ha convinto Laurie a scriverne la sceneggiatura per la United Artists. Ma il lavoro è risultato, per il nostro Dottor House, più complicato del previsto: «Credevo che si sarebbe trattato semplicemente di indossare una vestaglia di broccato, alzarmi alle undici, fare le parole crociate, sorseggiare un po di Madera e buttar giù qualche centinaio di parole per la sceneggiatura. Purtroppo non è andata così... Mi sono trovato completamente isolato alla scrivania fino alle tre del mattino... Passavo intere giornate a chiedermi se dovevo mettere un punto o una virgola, e poi odiavo tutto a tal punto da cambiare i nomi dei personaggi a caso. Dopo aver mandato ai produttori la seconda stesura, avrei preferito operarmi da solo dappendicite piuttosto che guardare di nuovo quella sceneggiatura...».
Gli eventi dell11 settembre 2001 hanno poi costretto i produttori cinematografici ad accantonare il progetto perché toccava, anche se tangenzialmente, il tema del terrorismo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.