Valeria Arnaldi
Ogni studente «disporrà» di dieci metri quadri di ateneo. Questo il traguardo che luniversità La Sapienza si ripromette di raggiungere nei prossimi sei - forse otto - anni, ampliando la superficie attuale di circa 200mila metri quadri. La parola dordine è «decentramento»: numerosi sono, infatti, gli interventi previsti in varie zone della città, tutti facenti parte, però, di un organico progetto di riqualificazione, il primo di così vaste dimensioni nella storia dellateneo capitolino.
Il piano prevede la costruzione di nuovi complessi, laumento delle residenze per studenti e la realizzazione di alcuni campus. Questi ultimi sorgeranno negli spazi della Centralità di Pietralata - circa 80mila metri quadri con 2400 posti letto -, e in quelli dellex-Snia Viscosa al Prenestino, dove, nei prossimi 2 anni, si procederà al restauro degli edifici esistenti, interessanti esempi di archeologia industriale, per rendere disponibili 200 posti letto.
Potrà accogliere 400 studenti-residenti, invece, il campus negli spazi di Santa Maria della Pietà, a Monte Mario. Nel quartiere di San Lorenzo si provvederà alla riqualificazione delledificio delle Poste e alla riconversione dellex-vetreria Sciarra. Una foresteria sorgerà in via Volturno e nuove aule nelledificio prima occupato dalla Zecca allEsquilino. Non mancano interventi nei pressi e allinterno della stessa città universitaria. Dalle prossime settimane, verranno realizzate aule nellex centrale Termica, si provvederà al restauro del Teatro Ateneo ed alla riqualificazione del verde e dellarredo urbano. Piazzale della Minerva, oggi adibito a mega-parcheggio, sarà pedonalizzato. In cantiere due parcheggi interrati, il primo per 400 vetture nei pressi della Cappella - interno, quindi, alla cittadella - il secondo a via de Lollis, che, usato come «merce di scambio» con il quartiere, sarà aperto anche ai residenti. «La nostra filosofia - ha spiegato, ieri, in occasione della presentazione del progetto, il rettore Renato Guarini - è quella di entrare nei quartieri in modo non invasivo, dialogando con quanti li abitano, per cercare di venire incontro alle loro esigenze». Oggetto di dibattito saranno non solo i servizi e la loro possibile condivisione o le necessarie modifiche alla viabilità, ma anche le preferenze culturali. Le facoltà saranno, infatti, trasferite in base ai «talenti» della città. Così gli studenti di Scienze delle Comunicazioni e Sociologia potrebbero spostarsi a Saxa Rubra, per un maggiore coordinamento tra lambiente universitario e quello professionale. La seconda facoltà di Medicina sarà ospitata nelle strutture del SantAndrea, dove lattività didattica sarà affiancata alla ricerca. Il futuro di Architettura sembra essere nella riqualificazione del Borghetto Flaminio.
Ampliamenti sono in progetto anche nel polo universitario di Latina.
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