Marcello Di Dio
da Roma
L’ultima possibilità per evitare la caduta in C1 due mesi dopo aver riconquistato la serie A. Il caso Genoa approda oggi alla Caf (ore 9.30, hotel Aldrovandi Palace di Roma) che deciderà il destino della squadra ligure, condannata alla retrocessione in terza serie (e a tre punti di penalizzazione) dalla sentenza della Commissione Disciplinare. I ricorsi presso la corte d’appello federale riguardano la società, ma anche i tesserati coinvolti nell’inchiesta partita dalla procura di Genova e finita poi nelle mani della giustizia sportiva che ha condannato il club per illecito sportivo legato alla combine nel match Genoa-Venezia dell’11 giugno scorso. Così ricorreranno anche il presidente del Genoa Preziosi, il direttore generale rossoblù Capozucca, l’amministratore delegato dell’ormai defunto Venezia, Franco Dal Cin, e il general manager Pagliara (inibiti per cinque anni), il direttore generale della società veneta Michele Dal Cin (inibito per tre anni e un mese), il dirigente Roberto Cravero (inibito per quattro mesi) e i calciatori, all’epoca dei fatti in forza al Venezia, Lejsal e Borgobello (squalificati rispettivamente per sei e cinque mesi).
La città di fede genoana e i tifosi sono in ansia, le previsioni però sono tutt’altro che ottimistiche. La difesa dei grifoni, affidata agli avvocati Biondi e Coppi, si basa soprattutto sull’inutilizzabilità delle intercettazioni in un processo diverso da quello penale, ma l’eccezione formale che i legali dei rossoblù presenteranno sembra debole e verrà respinta come già avvenuto in fase di ufficio indagini e nel primo grado di giudizio sportivo. Difficile anche poter controbattere le oltre 100 chiavi di lettura, alcune ambigue ma altre assolutamente inattaccabili, fornite dall’accusa su tali intercettazioni telefoniche. E non sarà d’aiuto il parere sfavorevole del Garante della privacy circa le eccezioni presentate dalla difesa sulle intercettazioni del calciatore Borgobello: secondo il Garante il materiale probatorio poteva essere lecitamente richiesto dalla Federcalcio alla Procura di Genova. I legali rossoblù hanno giocato anche la carta delle procedure irregolari legate alla sentenza della Disciplinare (la presenza nella Camera di Consiglio milanese di rappresentanti dell’accusa, come si legge nel comunicato ufficiale della Lega, e la cosa non sarebbe ammessa) ma di fatto oggi il processo alla Caf, davanti alla commissione presieduta dal professor Cesare Martellino, si terrà regolarmente. E oltre alla conferma della retrocessione all’ultimo posto del campionato di competenza – che significa discesa in C1 – il Genoa rischia anche la conferma dei tre punti di penalizzazione, inflitti come aggravante per aver ottenuto il risultato previsto nell’accordo tra il Genoa e il Venezia. Tutt’al più si potrà sperare in uno sconto di un punto, troppo poco per Preziosi che aveva speso 40 milioni di euro in ingaggi per il massimo campionato. Domani sera o al massimo domenica la sentenza, inappellabile per la società mentre i tesserati potranno rivolgersi alla camera di conciliazione del Coni.
Per quanto riguarda le altre situazioni, in attesa dei ricorsi al Consiglio di Stato del 9 agosto, il Torino potrebbe salvare la B con il lodo Petrucci, così come Perugia e Salernitana si iscriveranno alla C1.
Ora il Genoa si aggrappa alla legge sulla privacy
Oggi alla Caf comincia il processo d’appello
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