Ora Genova non perda la sede di Costa

Ora Genova non perda la sede di Costa

(...) persino al di là della vita che ha dato a Savona il terminal crociere della Costa, che Genova ha praticamente sfrattato. Poi, fortunatamente, è arrivata Msc e il saldo è invariato, ma non era così scontato che andasse così.
Insomma, il valore aggiunto di Costa crociere per Genova e per la Liguria è importantissimo. E questo, ovviamente, non significa giustificare in alcun modo l’incredibile errore del comandante, di chi l’ha ritenuto idoneo a guidare una nave simile e di chi, nell’equipaggio, non è stato all’altezza al momento dei soccorsi. Così come, allo stesso modo, sarebbe surreale non dare conto del comportamento eroico di tanti membri del personale di bordo. Insomma, è un altro capitolo, che non c’entra nulla col resto.
Quello che però mi pare incredibile (ribadisco, al di là della condanna degli errori che deve esserci e deve essere pesantissima) è che la città non si sia immediatamente sollevata per difendere professionalità e lavoro di Costa che - anche in mani americane - ha deciso di non vendicarsi nei confronti di Genova matrigna e, anzi, ha continuato ad investire sulla nostra città. Si pensi anche solo alla sede nuova.
In quelle occasioni, o per i vari di nuove navi, erano tutti lì, quelli delle istituzioni. Impettiti, con gli abiti da sera, i vestiti di circostanza e le facce che facevano pendant con i vestiti. Tutti a elogiare Costa e la sua magnanimità nel regalare spettacoli alla città.
Ieri, però, silenzio assoluto. Al di là di un surreale scambio su twitter e agenzie di stampa con Enrico Musso ad augurarsi che «per riparare o sostituire Costa Concordia si incoraggi la Costa a utilizzare il cantiere di Genova Sestri Ponente dove la nave fu costruita» e Marta Vincenzi a replicare: «Come si fa a non essere d’accordo?». Piccolo particolare: non pare propriamente l’emergenza di oggi, mentre si cercano ancora i morti, e persino l’azienda interessata, Fincantieri, ha il buon gusto di far sapere: «Oggi ci interessa solo esprimere la nostra vicinanza alla Costa».
Insomma, la politica che dovrebbe parlare, tace o farebbe meglio a tacere. Con un’unica eccezione di cui diamo conto con grande piacere. Ancor più volentieri perchè le parole vengono da un politico che abbiamo criticato spessissimo e che, probabilmente, criticheremo di nuovo. Ma che ha avuto da dignità, la decenza e la sensibilità di mettere per iscritto queste parole: «È mio desiderio esprimere vicinanza alla Costa Crociere, anch’essa colpita duramente dalla sciagura (...) La mia speranza è che un fatto pur così grave non danneggi quelle che da anni sono le indiscutibili professionalità e qualità di Costa, una società di rilevanza mondiale con una forte connotazione genovese e ligure.

Questa tragedia, oltre a coinvolgere umanamente chiunque, senza confini geografici, ricade anche e soprattutto sul nostro territorio e auspico che la vostra società continui a portare con orgoglio la propria tradizione nei nostri porti, nei nostri mari e in tutto il mondo».
Tanti altri di quelli che applaudivano alle serate di gala, tutti zitti.

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