Cronaca locale

Ora i dipendenti vogliono cambiare direttore di scena

L’accusa: «Malgrande non rispetta le norme di sicurezza». La replica: «Tutti i collaudi sono ok»

Nuovo ammutinamento alla Scala. E così anche il sovrintendente Stéphane Lissner, arrivato al Piermarini dopo che l’assemblea dei lavoratori aveva sfiduciato il suo predecessore Mauro Meli e il maestro Riccardo Muti, si trova a affrontare una sollevazione. Sulla sua scrivania è arrivata una petizione firmata da una centinaio di lavoratori che chiede di far saltare un’altra testa, quella di Franco Malgrande. Direttore dell’allestimento scenico e responsabile della sicurezza, Malgrande è soprattutto colui che ha legato il proprio nome alla nuova torre scenica che sale scende e scorre lateralmente. Immediata la reazione di Lissner, che in un comunicato difende Malgrande così come le condizioni del teatro e del palcoscenico: «I lavori di ristrutturazione sono stati svolti con professionalità e competenza e il nuovo palcoscenico è perfettamente funzionante».
Nella lettera i lavoratori protestano per «un’evidente mancanza di rispetto delle più importanti norme di sicurezza», la mancanza degli spazi necessari per il «tranquillo rientro di tutte le maestranze nella sede storica» e soprattutto perché «il grande palcoscenico non è ancora funzionante e dal 7 dicembre ad oggi i 562 interventi richiesti per sanare le falle provocate dalla ricostruzione non sono ancora stati effettuati». Un’iniziativa spontanea tanto che il documento, datato 10 giugno, è stato spedito per conoscenza anche alla Rsa del Teatro e a Cgil, Cisl e Uil. E i sindacati non sembrano particolarmente intenzionati a cavalcarlo. «Non è nulla di particolare - spiega Domenico Dentoni della Uil -, si tratta un malcontento che comunque gira da tempo».
Un malcontento che, stando alle parole del sovrintendente, non avrebbe ragione di esistere: «Il palcoscenico del Teatro è pienamente funzionante come comprovato dalla certificazione di collaudo rilasciata dalle autorità competenti; il restaurato Teatro alla Scala opera nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e i lavoratori sono dotati di tutte le attrezzature previste dalla legge 626». Secondo Lissner ciò di cui si lamentano i lavoratori sono semplici inconvenienti dovuti alle tante novità: «I lavori sono stati svolti con professionalità e con la massima attenzione alle esigenze di funzionalità della macchina teatrale.

In particolare il progetto scenotecnico, avallato anche da una commissione di esperti internazionali di altissimo livello, nella sua fase esecutiva ha superato tutte le verifiche e i collaudi di legge».

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