(...). Facendo un passo indietro, giusto di una settimana, Ronzitti era intervenuto in aula formulando la propria «piena e formale solidarietà al Presidente della Repubblica nei confronti dei quali sono stati espressi giudizi gratuitamente offensivi tanto gravi quanto infondati». «Non è infatti in discussione la libertà di critica che nel nostro sistema democratico è da sempre costituzionalmente garantito, cosa che è stata ribadita anche dal presidente della Camera - aveva proseguito il suo intervento Ronzitti-, quanto laggressione pregiudiziale, tanto gratuita quanto infondata nei confronti della prima carica dello Stato che ne rappresenta lunità e per unanime riconoscimento mai è venuto meno al rigoroso rispetto delle funzioni e delle prerogative che la Carta fondamentale gli attribuisce». Secondo Cappello, però, le parole di Ronzitti non sono state affatto neutrali. Nonostante non abbia mai menzionato il nome dellonorevole Di Pietro, anche quando il capogruppo di An Gianni Plinio tentò di incalzarlo chiedendo espressamente a chi si stava rivolgendo.
Niente, la Cappello deve difendere costi quel che costi, il suo leader. Così ieri si materializza il comunicato: «Le dichiarazioni di condanna del presidente dellassemblea regionale Giacomo Ronzitti obbligano ad una immediata replica e sconcertano per la loro totale inadeguatezza e avventatezza circa i fatti per come realmente accaduti». Sulla idea di puntualità della Cappello meglio stare alla larga: interviene con sei giorni di ritardo ma la definisce una immediata replica. «Ma quale inadeguatezza, questa è una farneticazione - controbatte il vicepresidente del consiglio regionale Luigi Morgillo (Fi) sulle dichiarazioni dellesponente Idv-. Siamo al solito gioco. Si fanno due pesi e due misure: da una parte si stigmatizzano le battute di Berlusconi poi, se uno di loro offende il capo dello Stato allora va bene. Cappello, come Di Pietro, dovrebbe avere la decenza di dire che si è sbagliato: chiedere scusa e andare avanti». Invece, nel comunicato lassessore provinciale dopo lattacco a Ronzitti ha confermato la totale solidarietà a Di Pietro «sia per le ragioni dei rispettosi e dovuti appelli al presidente Napolitano sia per la vergognosa opera di deformazione e disinformazione che non ha risparmiato anche i più autorevoli ambiti istituzionali». Caro Mino, beccati anche questa.
Ronzitti sceglie la via del silenzio e per non aprire ulteriori polveroni decide di non ribattere alle dichiarazioni dellassessore. Lultima battuta è di Morgillo: «Che intervengano con sei giorni di ritardo è molto grave. Significa che anche loro non sono proprio convinti della necessità di difendere Di Pietro».
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