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Ora Monti vuole (d)epurare il Pdl

L'ex premier conferma che voterà la decadenza del Cav: "Il centrodestra deve essere depurato da certe personalità"

Ora Monti vuole (d)epurare il Pdl

Mezz'ora di attacchi a testa bassa. Mario Monti sceglie lo studio di Lucia Annunziata per demolire i suoi ex alleati di Scelta civica e ridisegnare un centrodestra epurato da quei politici che mal digerisce. Aldilà di una vaga bocciatura del premier Enrico Letta che, a suo dire, si sarebbe "inginocchiato al Pdl" abolendo l'Imu sulla prima casa, partorendo "una manovra non adeguata sul cuneo fiscale e facendo aumentare l’Iva", l'unica preoccupazione dell'ex leader di Scelta civica è prendersi una rivincita (tutta a parole) pestando i piedi a destra e a manca. Dalle minacce di votare la decadenza per far fuori Silvio Berlusconi passa ai pettegolezzi sul ministro della Difesa Mario Mauro, per poi arrivare ad addossare tutte le colpe del fallimento elettorale del "centrino" a Pier Ferdinando Casini. D'altra parte nei suoi sogni - e questo lo dice con chiarezza - c'è una (d)epurazione del centrodestra da certe personalità. A partire da Silvio Berlusconi.

Quella con l'Annunziata non è tanto una chiacchierata sulla manovra o sulla tenuta del governo Letta. A Monti, della legge di Stabilità, interessa poco e niente. Si limita a rimpiangere l'Imu. Per il resto, preferisce togliersi qualche sassolino. "Trovo strano che Mauro e Casini criticano Scelta Civica per un non sufficiente appoggio al governo e vanno verso coloro che lo minacciano davvero", spiega il senatore a vita che ha deciso di dimettersi dalla presidenza di Scelta civica proprio perché non gradiva che i moderati tornassero a parlarsi in vista di una riorganizzazione del centrodestra. A far traboccare il vaso, a detta di parlamentari vicini a Monti, sarebbe stato l'ultimo contatto tra Mauro e Berlusconi al circolo ufficiali del ministero della Difesa. Un semplice incontro che non ha fatto per nulla piacere al bocconiano che a In mezz'ora coglie l'occasione per sparlare del ministro. "Mauro mi aveva pregato di prenderlo con me...", racconta gettando fiele contro il suo ex alleato. Lo stesso trattamento lo riserva anche al leader dell'Udc. "In tanti non hanno votato Scelta Civica perché avevamo Casini - afferma - può essere che avessero ragione loro". Secondo l'ex presidente del Consiglio, la scelta di Casini e Mauro di riavvicinarsi al Pdl sarebbe dettata da ragioni di opportunismo politico. "Vedono più spazio elettorale da quella parte...", si limita a dire.

Al di là delle frizioni con Casini e Mauro, il chiodo fisso del Professore resta il Pdl. Dopo aver messo in chiaro che voterà a favore della decadenza del Cavaliere, si propone di depurare - o epurare? - il centrodestra. Insomma, rinnovare il censtrodestra, ma solo con chi vuole lui. "Anche io avrei fatto un accordo con il Pdl - spiega - ma per dar vita a un centrodestra depurato da certe personalità e prassi, incompatibili con Scelta Civica". Non fa i nomi dei politici che vorrebbe fuori da questa fantomatica alleanza, ma non è difficile capire con chi ce l'ha. Se Berlusconi lo vorrebbe "sistemare" cacciandolo dal parlamento, al capogruppo Pdl all Camera Renato Brunetta rinfaccia di voler far saltare le larghe intese. "La stabilità è minacciata dal Pdl che fa continui diktat - spiega - tanto che spesso si scrive Letta ma si legge Brunetta". Ne ha anche per Maurizio Gasparri: "Continua a chiedersi 'che fine ha fatto il cagnolino di Monti?'".

Tutti giudizi che, per dirla con le parole di Brunetta, sono "condizionati dagli stessi fallimenti" di Monti.

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