Laura Cesaretti
da Roma
«Una giornata triste per il Paese», dice Romano Prodi. E di certo anche una giornata triste per lUnione, che si trova davanti a un puzzle al momento incomponibile.
Perché le previsioni dei più pessimisti si stanno avverando, la Cdl si è ricompattata e il centrosinistra «avanza rinculando», come ironizza amaro il Dl Beppe Fioroni, voto dopo voto: la «legge truffa» neo-proporzionalista è destinata a passare. E il centrosinistra si trova a dover risolvere un primo problema grosso come una casa: come si candida il candidato premier, che non ha un suo partito? Lipotesi più accreditata è il cosiddetto «lodo Castagnetti», dal nome del capogruppo Dl che lha lanciata: al Senato (dove la soglia di sbarramento regionale è più alta di quella nazionale della Camera) si presenta un listone di tutta la coalizione, e Prodi ne fa il capolista in ogni circoscrizione. Solo che Rifondazione, per bocca di Bertinotti consultato da Fassino e Rutelli (i due sponsor della proposta), ha già detto: «Non ci penso neppure». Rifondazione può agevolmente superare la soglia di sbarramento che invece preoccupa i piccoli (Verdi, Pdci, Sdi) e se gli altri si presentassero tutti insieme avrebbe una «prateria di voti a sinistra» in cui pescare, almeno così dicono nel Prc. Ma neppure Mastella ci sta: «A me al Senato va benissimo: nel Sud lo sbarramento lo supero e mi porto a casa dieci senatori tutti miei. Mi candido a Palazzo Madama con la lista Mastella, ho già deciso». E Prodi? «Ognuno pensa per sé». Da Rifondazione il capogruppo Giordano gli fa eco: «Il mio candidato alle primarie è Bertinotti, non Prodi: il problema non è nostro». Il ripiego (gettonato da Fassino e Rutelli) sarebbe la presentazione del Listone in una sola regione «simbolica», con Prodi capolista e Prc e Mastella dentro. Ma ammesso che Bertinotti ci stia, non ci sta Prodi, che ha già risposto «no, grazie» a quella che risulterebbe inevitabilmente come una deminutio per il leader della coalizione. «Prodi aspetta il risultato delle primarie, e poi rilancerà lUlivo. Non al Senato: dappertutto», assicura il Verde Cento. E ne è convinto anche il ds Bersani: «Vedrete che si tornerà allUlivo». Ma non ci starebbe Rutelli, e neppure lo Sdi: «Stiamo facendo unaltra cosa, con i radicali», ricorda Boselli.
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