Ora si indaga su sei calabresi Quella sera erano a Brembate

BresciaNon si trattava di nemici pubblici numeri uno e neppure numeri due. Ma la scena fuori da una banca è stata come si vedono nei film sul Far west, o in quelli dei gangster anni Trenta.
È finita con una pioggia di piombo vomitata dalle pistole delle guardie giurate una rapina in banca in un paese in provincia di Brescia. Bilancio: due rapinatori morti e un terzo catturato dopo che era riuscito a fuggire. Non lontano da lì c’era anche il ct della nazionale Cesare Prandelli, uscito poco prima da un ristorante.
I due rapinatori sono stati colpiti mentre tentavano di scappare in auto. Due secondi dopo essere usciti dall’agenzia della «Cassa Rurale di Borgo San Giacomo» con 2800 euro di bottino. Una fuga che sembrava andar liscia. Dalla banca di Quinzano d’Oglio, la via pareva libera. Ma non così in strada, dove lo scenario è mutato di colpo. A complicarlo la sorpresa di un furgone portavalori che aveva appena prelevato denaro da una banca vicina una ventina di metri.
I rapinatori non erano armati, se non di taglierini. Le piccole lame che passano i metal detector e che bastano a fare impressione dietro agli sportelli. Era andata proprio così. Ma i taglierini contro le pistole non possono fare nulla. L’unica cosa era scappare e tentare di bloccare gli inseguitori. I banditi, stavano levandosi passamontagna e calze dalla faccia quando hanno visto i vigilantes della Fidelitas. Molto vicini, ma non tanto da farli desistere dal correre fino all’auto. E salirci. E anche partire, appena prima che iniziasse la tempesta di fuoco, a quanto pare tentando di investire le guardie. Che hanno risposto: prima colpi in aria d’avvertimento, poi verso la Fiat Bravo in fuga. Due di quei colpi hanno raggiunto i rapinatori - se direttamente o di rimbalzo lo stabiliranno le perizie balistiche. L’auto è rimasta senza controllo, ha sbandato ed è andata a schiantarsi contro un muro. Il muro di una scuola media dove gli alunni e i professori erano già in piedi, catapultati alle finestre dall’eco degli spari.
«Ho sentito un rumore fortissimo, uno scoppio. Come un’impalcatura che crollava - racconta Maria Sigalini, che vive tra banca e scuola - Sono uscita e ho visto l’auto accartocciata contro la parete. E le persone che mi dicevano che era pericoloso stare lì, di rientrare e chiamare i carabinieri».
Mentre da una portiera aperta crolla il corpo ormai senza vita di uno dei due banditi, dall’altra schizza via l’unico superstite. Zoppicando, secondo alcuni testimoni. Entra nella bottega di un calzolaio, minacciandolo per farsi dare un mezzo con cui proseguire la fuga: rimedia solo una vecchia bicicletta, che gli basterà però per far perdere le tracce, almeno fino a ieri sera.


Nelle tasche dei rapinatori nessun documento. Solo in serata gli investigatori ne hanno ricostruito le identità: i banditi uccisi sono un piemontese di 61 anni e un veneto di 31, quello preso è piemontese e ha 31 anni.

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