«Ora siamo più vicini agli invalidi veri»

Presidente Mastrapasqua siamo ancora un popolo che escogita le più fantasiose truffe per strappare un assegno di invalidità?
«Mi sembra che la riforma avviata lo scorso anno con i 200mila controlli effettuati, abbia portato già a un risultato degno di nota: il calo del 58% delle domande. Determinante credo sia stata e sarà sempre di più, la nostra presenza nelle commissioni di invalidità delle Asl. Esserci vuol dire garantire trasparenza e rigore. Esattamente ciò che ci è stato chiesto di fare».
Quali sono gli obbiettivi che si propone l'Inps?
«Dare la caccia ai truffatori non è il nostro compito primario. Intendo dire che scovare un falso, o meglio un ex invalido, ci aiuta a ridimensionare il problema, ma non lo risolverebbe se non ci fossimo proposti come traguardo quello di assicurare, in modo certo e rapido, l’assegno di invalidità a chi ne ha pienamente diritto. Per questo oggi è motivo di orgoglio per me e per tutto l’Istituto poter dire che i 370 giorni di attesa, che prima della riforma rappresentavano la normalità sono divenuti un ricordo del passato. Un esempio: stiamo erogando gli assegni chiesti in gennaio in Sicilia dove prima, si doveva aspettare per almeno due anni».
Dove si inceppava la macchina dell’efficienza?
«Più che indicare un colpevole parlerei di concorso di colpa. Con 13 passaggi di mano di una domanda, e dico 13, prima di giungere all’erogazione dell’assegno capisce bene che poteva accadere di tutto. A maggior ragione senza troppi controlli e con gran parte delle Asl che non ci trasmettevano i fascicoli dei richiedenti».
E ora, che cosa è cambiato?
«Adesso l'iter si compie in tre passaggi. Domanda telematica, visita medica all’Asl di competenza che viene immediatamente fissata, trasmissione all’Inps degli accertamenti e del parere delle commissione medica. Concessione ed erogazione del contributo. Una procedura snella e trasparente perché tutti gli invalidi da Nord a Sud siano davvero uguali. Anche per questo motivo l’Inps, mi piace ricordarlo, con estrema duttilità è riuscito ad adattarsi alle profonda diversità organizzative di ciascuna regione. Non vogliamo che nessuno venga penalizzato».
Nemmeno i veri invalidi?
«Io chiedo scusa in anticipo a quanti, sofferenti di patologie gravi e debilitanti sono stati o verranno sottoposti da noi a verifiche giudicabili come umilianti o invasive. Lo abbiamo fatto e purtroppo dovremo farlo ancora, perché il 91 per cento delle Asl non è stato in grado di fornirci la documentazione di coloro che sono stati visitati in passato. Fascicoli smarriti, carteggi incompleti. Sembra incredibile ma questa è la situazione che c’era prima della riforma. Ma d’ora in poi nessuno verrà più umiliato, nessun vero invalido ha da temere. Avrà il suo assegno e lo avrà in tempi brevi perché quel denaro, anche se poco, sappiamo che serve per sopravvivere e affrontare un po’ meglio disagi e sacrifici».
A proposito di denaro, quanto si risparmierà con il nuovo corso virtuoso?
«È presto parlare di cifre ma certamente credo che il trend di crescita di spesa di un miliardo l’anno per le pensioni di invalidità civile diminuirà. A maggio saremo in grado di tracciare un primo bilancio anche se sappiamo già che nei primi tre mesi dell'anno da 650mila richieste siamo passati a 300mila.

Monitorare significa anche poter verificare e intervenire se certe anomalie si ripetono con maggior frequenza in certe zone del Paese. Se un medico firma molte pratiche di invalidità non è un reato, ma se molte di queste invalidità non sono tali, allora bisogna intervenire».

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