«Se tornassi indietro, non rifarei niente di ciò che ho fatto». A dirlo è Renato Vallanzasca, in un'intervista esclusiva rilasciata al settimanale «Gente». Vallanzasca non è più un detenuto «ad alta sorveglianza»: l'ex boss della mala milanese, 59 anni di cui 39 passati in carcere, condannato a 4 ergastoli e 260 anni di reclusione, ha ottenuto la «declassificazione», passando al regime ordinario di detenzione. Nell'intervista, realizzata durante il ricovero in ospedale dove il 'bel Rene« ha appena subito un intervento di protesi all'anca, Vallanzesca parla anche del suo matrimonio con Antonella D'Agostino, l'amica d'infanzia persa e ritrovata e sposata il 5 maggio del 2008. «Ho sempre detto che con il matrimonio per me non sarebbe cambiato nulla - ha raccontato Vallanzasca - ma non è stato così: non so dire che cosa, ma so che mi piace. Credo che neppure la mia adorata mamma abbia fatto per me tanto quanto Antonella.
Io a lei do ancora troppo poco. È che mi manca il senso del tempo, sono ancora abituato a quello del carcere, dove la comunicazione è frammentata, filtrata dalle lettere e scandita dai ritmi delle visite». E se arrivasse la libertà condizionale? Renato Vallanzasca ha un sogno: »occuparmi dei ragazzini del carcere minorile Beccaria. Credo di avere un forte ascendente su di loro: se per il ragazzo regolare posso essere il diavolo, per uno che viene dal mio ambiente, che ha fatto la mia vita o si appresta a farla, sono un idolo da imitare.
Cosa posso fare io per loro? Smontare il loro mito, cioè Renato Vallanzasca.
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