Come è ordinario il Male visto dai fratelli Chapman

Riecco in Italia i "bad boy" dell'arte contemporanea. KKK, terroristi e degenerazioni genetiche sono fra noi

Come è ordinario il Male visto dai fratelli Chapman

Breve e incompleto curriculum operae dei fratelli Chapman. Nel 2003 acquistarono una serie completa - costosissima - di 83 incisioni originali dei Disastri della guerra di Francisco Goya ritoccando il tratto del maestro e inserendo nuovi personaggi. Titolo: Insult to Injury. E così facendo profanarono qualcosa di ancora più sacro di una religione o del corpo umano, come hanno sempre fatto: profanarono ultimo tabù - un'altra opera d'arte. Nel 2008 invece esposero alla galleria londinese White Cube un gruppo di acquerelli originali di Adolf Hitler, acquistati silenziosamente per mesi in giro per il mondo, sui quali intervennero ritoccando gli sfondi con arcobaleni e cieli psichedelici. E nel 2014 una loro opera, Piggyback (la scultura di due ragazzine nude, una sulle spalle dell'altra, dalla cui bocca esce un organo sessuale maschile) fu rimossa dal Maxxi di Roma dopo che l'Osservatorio sui diritti dei Minori denunciò il pericolo di promuovere «dietro il paravento dell'arte» raffigurazioni a sfondo pedopornografico. Libertà di espressione o istigazione alla pedofilia?

Fratelli di origine greca, Iakovos Jake Chapman (nato nel 1966) e Konstantinos Dinos Chapman (nato nel 1962) ecco a Voi i «Chapman Brothers» hanno studiato al Royal College of Arts, sono stati assistenti di Gilbert&George e poi, nella Londra dei primi anni Novanta del '900, costituirono l'ala più trasgressiva della Young British Art, forse l'ultima vera rivoluzione dell'arte europea - Damien Hirst, Sarah Lucas, Tracey Emin, Marc Quinn... - sostenuta e collezionata da Charles Saatchi. Jake e Dinos Chapman cominciarono a lavorare insieme nel 1991 e hanno smesso nel 2022: diversità di vedute, noia, forse litigi. Se il Brit Pack è il corrispettivo artistico del Britpop, Jake e Dinos Chapman sono per l'arte quello che i fratelli Noel e Liam Gallagher sono nella musica.

Un po' visual artist, un po' antropologi, un po' psichiatri impazziti della post-contemporaneità, un po' punk di seconda generazione e un po' Bad Boys dell'arte, ex duobus unum, i Chapman è da trent'anni che indagano il Male, e senza alcuna intenzione di redimerlo. Tra splatter e ironia hanno portato in mostra: mostri, alieni, ermafroditi, il Post Umano, cadaveri, dittatori, massacri, disastri ambientali, crocifissioni, una personalissima reinterpretazione del Barocco, bestiari surreali e gironi danteschi... Zygotic, Biogenetic, Hell, Death, Metamorphosis, aberrazioni della scienza, realtà malate e false moralità. «Il nostro lavoro non serve a salvarci dal Male, ma per salvarci da un mondo ordinario»: ed è la confessione più disincantata offertaci da Jake sulla mostra aperta alla galleria The Project Space di Pietrasanta (Lucca) che, eccezionalmente, e dopo oltre 15 anni che mancavano dall'Italia, rimette insieme i due terribili fratelli inglesi. Allestita dal team della galleria di Annalisa Bugliani, fondata nell'estate del 2021, la mostra si intitola The Blind Leading the Dead (fino al 5 novembre), citazione della espressione «Il cieco che guida il cieco» a significare persone senza speranza guidate da persone che l'hanno persa, ed espone una trentina di opere dei Chapman realizzate fra gli anni '90 e il 2022, alcune delle quali inedite. Se pensate che l'arte non sia consolatoria né pacificante, è la vostra mostra.

En passant, mentre giriamo per la galleria - un rettangolo dal design minimalista ricavato in un vecchio laboratorio d'arte dentro lo storico edificio industriale degli anni Venti «Ex marmi» Jake (Dinos è restato in Inghilterra), t-shirt, tatuaggi, sandali Birkenstock e calzini, dando gli ultimi ritocchi all'allestimento, ci regala una delle più sorprendenti definizioni di Male che ci sia capitato di sentire: «Un grumo di sporcizia nel posto sbagliato».

Ed ecco, nel posto giusto, alcune opere particolarmente capaci di dare forma al Male e ingenerare inquietudine. Monument to Homeless Representation (2019), l'immagine-guida della mostra: una scultura-installazione che mette in scena una figura incappucciata in dimensioni reali, tipo membro del Ku Klux Klan, anche lui in Birkenstock e calzini arcobaleno, con la tunica bianca sporca di vernice e pennello in mano di fronte a una parete dove sono appesi alcuni vecchi quadri raccattati a poco prezzo ai mercatini delle pulci e poi ridipinti - un marchio dei fratelli Chapman trasformando il soggetto ritratto in qualcosa di mostruoso. Two-faced Cunt (1997): una ragazza nuda con due teste unite da una vagina, in fibra di vetro e lattice, tema che ritorna anche in Solar Anus, una medusa di facce femminili: siamo fra la teratologia e i disastri dell'ingegneria genetica, dove la manipolazione del Dna non produce bambini perfetti assemblati in laboratorio come nel cinema di fantascienza ma essere orribili. Da cui gli incubi evocati dai Chapman in tanti lavori: manichini sfigurati o sottoposti a tortura, in pose pornografiche o rappresentanti uomini e donne con devastanti anomalie genetiche. Monument to Immortality (2021): una serie di cinture esplosive in bronzo la materia dei monumenti e degli eroi - con pennelli e tubetti di colore al posto dei candelotti di dinamite, un'evocazione, fra gore e sarcasmo, di guerra, terrorismo, martiri e assassini. E poi il gigantesco plastico UnHappy feet (2010), parodia sanguinaria del tenero cartoon, in cui minuscoli e dettagliatissimi pinguini, spinti dal surriscaldamento globale, risalgono dal Polo Sud in cerca di cibo e finiscono a Nord a fare strage di cetacei e orsi polari, fra balene orrendamente dilaniate e blocchi di ghiaccio alla deriva. «Di cosa è fatto?», chiediamo a Jake. «Resin and artist's tears». «Resina e lacrime di artista». Guardando l'enorme modellino sotto teca, i fan dei Chapman ripenseranno a un'opera passata alla storia dell'arte contemporanea, Hell (1996-2000), un imponente diorama in cui era ricostruito nei dettagli più angoscianti un campo di concentramento con oltre 30mila soldatini di piombo, dipinti a mano, fra truppe naziste intente a torturare prigionieri e corpi squartati dentro uno scenario apocalittico dipinto da uno Hieronymus Bosch strafatto di Pervitin. L'opera, nemesi della Ragione, fu distrutta da un incendio.

La mostra The Blind Leading the Dead è un percorso per nulla tranquillizzante fra l'irrazionale, l'inconscio e la costitutiva malvagità dell'uomo. «Il Pensiero è l'escremento dell'Essere» ci dice Jake, ma non siamo sicuri di aver inteso a cosa si riferisca.

Quello che abbiamo capito, invece, è il suo prossimo lavoro: un film basato sulla riscrittura di 1984 di George Orwell (il titolo è la frase più angosciante del romanzo, Two plus Two Equals Five, «Due più due fa cinque») che racconta non un mondo distopico, ma una società perfetta, libera e felice. Che è, crediamo, l'ultimo grado possibile dell'Orrore.

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