da Milano
L'Arabia Saudita ha ordinato 72 caccia europei Eurofighter Typhoon: la commessa, che il governo saudita ha siglato direttamente con quello britannico, ha un valore iniziale di 6,5 miliardi di euro . Considerando il supporto logistico, l'armamento, le infrastrutture, il programma, denominato Salam, potrebbe arrivare a 30 miliardi.
Un successo eccezionale per l'Europa, ma anche per l'industria aerospaziale italiana, che è fortemente coinvolta nel programma e che può ottenere dal business saudita una "fetta" ben superiore ai 3 miliardi. Nei giorni scorsi il presidente e ad di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, aveva indicato in 2 miliardi la quota italiana, ma in realtà questa cifra potrebbe salire. Innanzitutto Alenia Aeronautica è coinvolta nella realizzazione dei velivoli e nella loro integrazione, in quanto partner di Eurofighter, con una quota del 20% e sarà coinvolta anche nel supporto logistico. Solo Alenia potrebbe ottenere ricavi per oltre 1 miliardo. Inoltre Finmeccanica, attraverso Selex S&AS è responsabile per oltre il 60% della elettronica e del sistema di autoprotezione dell'aereo. Il che si traduce in una quota effettiva di oltre il 35% nell'intero programma, considerando cellula e sistemi. Anche un'altra partecipata di Finmeccanica, Elettronica, è fortemente impegnato nel sistema di guerra elettronica dell'aereo.
Ancora: Avio è coinvolta con una quota del 20% nella produzione dei motori del caccia (e Finmeccanica ha il 15% di Avio). Inoltre Finmeccanica possiede una quota del 25% di Mbda, la società missilistica che fornirà buona parte dell'armamento dei Typhoon sauditi. Ecco perché l'Italia sarà la massima beneficiaria, dopo la Gran Bretagna, di questo contratto.Il successo in terra saudita è particolarmente importante per il futuro del programma Eurofighter.
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