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«Ormai essere di sinistra è solo una moda»

«Ormai essere di sinistra è solo una moda»

Roma - Seduto nella prima fila della sala dello Spazio Etoile, Silvio Berlusconi ascolta gli interventi dei giovani di Forza Italia per quasi due ore. E tra applausi, sorrisi e qualche rimprovero («non si dice forzisti, ma azzurri...») sembra avere molta più pazienza del moderatore, preoccupato (a ragione) dei troppi discorsi che si vanno dilungando. Così, dopo aver fatto inutilmente il gesto dei pollici in alto nel tentativo di sedare le ansie del giovane che gestisce gli interventi, il Cavaliere si alza e con un sorriso lo invita ad andare «alla toilette». Risate e clima più disteso, al punto che sul palco saliranno ancora in quattro.
Seduti nelle prime file in platea, oltre ai giovani e alla loro coordinatrice nazionale Beatrice Lorenzin, ci sono anche i «vecchi», da Bondi a Martino, passando per Bonaiuti, Tajani, Giacomoni, Giro, Carfagna e Baldelli. Non rientra nella categoria, invece, Berlusconi. Che non perde l’occasione della battuta e apre il suo intervento allargando le braccia e spiegando che «fa sempre piacere trovarsi fra coetanei». Poi, piccola reprimenda per il giovane oratore che tre volte ha usato la parola «forzisti». «Magari siamo forzuti, ma è molto più bello dire azzurri», spiega il Cavaliere. «Azzurri come il colore degli occhi delle tue fidanzate», aggiunge indicando un giovane in prima fila, «che certe cose io non le posso più dire...». Poi, elogi per la «tanta passione» e l’invito a «portare avanti la missione» perché «dobbiamo far conoscere le nostre idee a più persone possibile». Eppoi «essere di sinistra ormai è una moda». «Di recente - racconta - mi sono dialetticamente scontrato con gente dello spettacolo di sinistra che aveva argomentazioni di una pochezza impressionante». E ribadisce quanto detto a Claudio Bisio nella notte dei Telegatti: è solo «un fatto di moda» e fra alcuni artisti «è una questione di convenienza personale», visto che «riescono a trovare lavoro nei vari festival dell’Unità». Poi, un consiglio alla «futura classe dirigente» di Forza Italia: «Non fate politica e basta, ma abbiate sempre una vostra professione». Con una lunga digressione sui Circoli della libertà. «Ho sentito che nel partito c’è qualche paura», ammette. Ma «torno a ripetere che non bisogna avere alcun timore».
L’ex premier parla anche di politica interna. Con una certa prudenza sui Dico perché, spiega, «bisogna aspettare di vedere il progetto del governo». «Sarà Bondi - aggiunge - a spiegare la nostra posizione, comunque noi non presenteremo nessuna proposta di legge in merito». Anche se «sarebbe dovuta essere una iniziativa parlamentare, invece l’esecutivo ha deciso di intervenire». Non certo un’apertura al governo, piuttosto un modo per tranquillizzare l’area laica di Forza Italia. Critico, invece, sulle misure antiviolenza per gli stadi. «Ritengo che sia lesivo della libertà - spiega il presidente di Forza Italia - non consentire agli abbonati di Udine di andare a vedere la propria squadra perché un fatto pur dolorosissimo è avvenuto fuori dallo stadio di Catania». E ancora: «Da presidente del Consiglio non avrei mai fatto un provvedimento del genere». Durissimo sulle liberalizzazioni del governo che «sono una presa in giro». «Non è pensabile che lo sviluppo del Paese - attacca - passi attraverso l’apertura dei barbieri al lunedì o che 80mila benzinai vengano privati del pane per darlo alle Coop rosse». Il solo «aspetto positivo» di tutto il pacchetto, aggiunge, è «l’eliminazione delle penalità nell’estinzione dei mutui, che però riguarda solo l’1-2% degli italiani». Il Cavaliere torna poi sulla questione infrastrutture. E attacca i Verdi: «La loro presenza incide negativamente sullo sviluppo e gli altri partiti della maggioranza accettano passivamente tutte le loro decisioni». Questo governo «ci sta facendo tornare al passato». Concetto ribadito anche in una lettera al sito di Forza Italia nella quale il Cavaliere esorta all’iscrizione al partito «contro i danni di questa sinistra».
Capitolo a parte la politica estera. «Il governo Prodi, unito solo dal collante del potere e dal terrore del giudizio popolare, con le sue contraddizioni sta distruggendo la credibilità dell’Italia», dice dal palco. Dell’argomento se ne è parlato a lungo qualche ora prima a Palazzo Grazioli durante un pranzo con il presidente del Parlamento europeo Hans Pöttering. «È assurdo - avrebbe detto il Cavaliere - che alla manifestazione di Vicenza partecipino dei ministri del governo». «Protestano - avrebbe osservato l’ex premier - contro una decisione presa dal loro esecutivo. Questa strategia di lotta e di governo serve a coprire le contraddizioni del centrosinistra, ma ci mette in ridicolo davanti al mondo».
Nel suo lungo intervento Berlusconi torna a parlare anche della Federazione. E si dice fiducioso sulla possibilità di recuperare anche l’Udc di Pier Ferdinando Casini. «L’altra sera - racconta - l’ho sentito dire in una trasmissione televisiva che questo bipolarismo non funziona. E ha citato la coalizione di governo condizionata dalla sinistra radicale. Il che è vero, ma lui dimentica che il centrodestra ha governato per cinque anni e ora siamo al 57%. Il che ci permetterebbe di governare ancora meglio. Per questo penso che questa posizione di Casini rientrerà». Lo scenario alternativo, secondo il Cavaliere, «è la creazione di una grande coalizione di centro». E spiega: «Vi dovrebbero essere necessariamente Alleanza nazionale, noi con il nostro 33% e dovrebbe comprendere anche i Ds e la Margherita. Ma per loro ha parlato Rutelli, che ha detto che non ci stanno perché il loro elettorato non li seguirebbe».

Insomma, una «ipotesi impossibile».

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