da Parigi
Uno spettro s'aggira per la Francia. Non quello degli incidenti (o presunti tali) alle centrali nucleari: su questo fronte i cugini d'Oltralpe sono tranquilli per la propria salute. Il problema è un altro: la salute delle ostriche, minacciate da un virus fantasma che le uccide all'inizio del loro percorso - che dura vari anni - tra la nascita e il vassoio. Nel giro di queste prime settimane d'estate, sono morte negli allevamenti francesi - in particolare in quelli situati sulla costa dell'Atlantico - ostriche a miliardi.
L'ultimo calcolo degli esperti parla della prematura scomparsa di ben otto miliardi di giovanissime ostriche, che normalmente avrebbero dovuto finire sulle tavole imbandite per le feste natalizie del 2010. In un colpo sono andati persi i quattro quinti della riserva nazionale in vista delle libagioni in programma tra poco più di due anni. È come se un terremoto avesse distrutto il contenuto delle cantine in cui lo Champagne invecchia tranquillamente dalle parti di Reims, prendendosi anni di tempo per fabbricare le sue mitiche bollicine.
L'angoscia dei francesi è moltiplicata dal rischio di dover importare ostriche straniere dopo aver passato decenni - anzi secoli - a decantare le virtù delle proprie e a descriverle come le migliori dell'universo. L'unica consolazione sta nel fatto che ci sono ancora due anni per evitare la catastrofe nazionale: la mancanza di un prodotto senza il quale il Natale e soprattutto il capodanno dei francesi perderebbero il loro tradizionale sapore.
La caccia al virus killer è aperta. Gli esperti dell'Ifremer (Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare) sono convinti che l'azione catastrofica del virus sia stata favorita dalla presenza di batteri particolarmente pericolosi per la salute delle ostriche più giovani. Ci si chiede se questa «alleanza» tra virus e batteri possa dilagare in altre aree dell'Atlantico, della Manica e del Mediterraneo. Ma gli scienziati dell'Ifremer hanno ancora qualche dubbio e lavorano giorno e notte per scoprire la carta d'identità dei colpevoli. Dal canto suo la stampa parigina parla, come il prestigioso quotidiano Le Figaro, di «ecatombe delle ostriche». Un vero disastro.
A nome dell'Ifremer, l'esperto di problemi di biologia marina Tristan Renault fa il punto della situazione affermando: «Nella ricerca sugli organismi patogeni già noti in Francia, abbiamo verificato la presenza di un batterio e di un virus sull'insieme delle aree coinvolte nella morte delle ostriche. Mancano ancore vari esami per essere certi che siano proprio quelle le cause di questa strage. Comunque si tratta della pista più seria e noi la stiamo percorrendo con determinazione». Sperando di arrivare presto a trovare con certezza le cause e soprattutto le soluzioni.
Il governo intanto corre ai ripari. Michel Barnier, ministro dell'Agricoltura e della Pesca, si è distratto per qualche ora dal delicatissimo negoziato ginevrino del Wto ed è corso a Marennes, tra gli ostricoltori dell'Atlantico, promettendo aiuti eccezionali. Secondo Barnier, la crisi attuale dell'ostrica francese è la più grave dagli anni Settanta. Siccome le disgrazie non vengono mai sole, l'improvvisa comparsa di un'alga tossica nel bacino di Arcachon, sulla costa dell'Atlantico nei pressi di Bordeaux, sta mettendo in ginocchio la produzione della zona.
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