Diego Pistacchi
I segni dei suoi denti sulla caviglia e sul braccio, i graffi delle unghie sul petto. Ma Athos non ha ucciso il suo padrone. Ha solo cercato di salvargli la vita. Inutilmente. E quando i poliziotti hanno trovato il cadavere di Vincenzo Magro, quarantenne di Begato, per il boxer che ancora gli stava sdraiato accanto con gli occhi bassi è scattato persino il sospetto dellomicidio. O, in subordine come si dice nei processi veri, lipotesi che il cane avesse come minimo voluto regalare la «dolce morte» alluomo con gravi problemi di salute. A scagionare Athos, la prima perizia del medico legale, quello che di solito non si sbilancia mai, e che invece ha subito chiarito: «Le ferite inferte sono di minima entità e non possono essere state la causa del decesso». Leutanasia non è roba da cani. Lomicidio non esiste.
Smontata linevitabile, prima teoria, quella elaborata ieri mattina alle 5, quando la volante della polizia è arrivata nellappartamento di Begato, e ha trovato il morto. E il sangue. E le ferite. Cera anche un testimone, anzi ce nerano due. Ma lunica che ha visto tutta la scena è stata Nadia Tell, 40 anni, convivente della vittima, in cura presso un istituto di sanità mentale. È lei che ha spiegato agli agenti di aver chiuso il cane fuori dalla stanza dove riposava Magro. Ma ha anche aggiunto che verso le due lanimale è riuscito a entrare e ha morsicato luomo. Più tardi il suo compagno si è sentito male ed è morto.
Prima dellarrivo del medico legale non sembravano esserci neppure le attenuanti per il boxer «assassino». Ma la polizia ora vuole andare a fondo, vederci chiaro. Anche perché nella casa della tragedia ha trovato un secondo uomo, Paolo C., un pregiudicato amico della donna. Che ha spiegato di essere stato chiamato da Nadia Tell quando ormai per Magro non cera più speranza. Anzi, proprio lui avrebbe convinto la donna a chiamare il 118. Perché lei non lo avesse fatto prima è ancora uno dei misteri di questa triste vicenda, anche se lo stesso Paolo C. sostiene che lamica temeva «di finire nei guai». Linchiesta aperta dal sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà dovrà chiarire non pochi lati oscuri.
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