Caro dottor Lussana, vorrei raccontarle la storia di una famiglia come tante altre: due figli, tanto lavoro e sacrifici, per dar loro la possibilità di affrontare dignitosamente la vita.
Il più grande, che è ben conscio che la realtà va vissuta con la consapevolezza di un compito, studia con profitto al liceo, si iscrive alluniversità, si laurea a ventiquattro anni non ancora compiuti in Giurisprudenza. Ci sentiamo tutti un po più vicini alla meta: laltro fratello è ancora piccolo e deve fare tanta strada. Il figlio laureato parte, si fa un anno allestero a zero Euro, impara però tanto, torna e finisce nei due anni prestabiliti il praticantato. Si iscrive alla scuola di specialità forense a Genova, la porta a termine con ottimi risultati, studia senza sosta, continua a non guadagnare e dà gli scritti per lesame di Stato a Genova. Supera gli scritti e noi esultiamo. Non abbiamo studi legali in famiglia, ma ci sembra bella la prospettiva che un giovane abbia così tanta volontà di intraprendere una carriera di questo tipo.
I mesi passano tra la preparazione per gli orali dellesame di Stato, che si fa sempre più intensa (il ragazzo arriva a studiare 12 ore nelle giornate libere) e il poco lavoro che riesce a trovare nel tempo che gli resta.
È preparato, affronta con determinazione la prova e, a quelli che gli dicono che ci vorrebbe qualche «maniglia», risponde che no, non è così che devono funzionare le cose. Sostiene lesame orale brillantemente (lo dicono gli amici e i colleghi che hanno assistito), dopo poco di unora di interrogazione, su una stupida domanda si incaglia un po, quindi si abbassano tutte le medie delle precedenti domande e il gioco è fatto... Ok tutto daccapo.
Bisogna rifare i tre giorni di esami scritti e poi se si passa, dopo molti mesi, di nuovo gli orali!!! È giusto? E allora si ricomincia a pedalare in salita. La commissione da chi è formata? Da persone che premiano lamore allo studio e al lavoro o hanno paura che «ne passino troppi di Avvocati allesame»? Ci è stato detto, da persone bene informate, che questa è la preoccupazione preponderante (è passato lordine di servizio, dallalto, di segare, segare, segare...).
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