Il Paese ufficiale con tanti buchi

Ieri mattina sono andato a trovare l'Italia ufficiale. Superando la mi­santropia - che nel Palazzo rasenta l'antropofagia - sono andato al Quiri­nale per la festa d'Italia. Per amor pa­trio ho messo la cravatta, e per me è un sacrificio, ma ho tenuto gli scarponi; ero come una Mercedes con le ruote di un Suv

Il Paese ufficiale con tanti buchi

Ieri mattina sono andato a trovare l'Italia ufficiale. Superando la mi­santropia - che nel Palazzo rasenta l'antropofagia - sono andato al Quiri­nale per la festa d'Italia. Per amor pa­trio ho messo la cravatta, e per me è un sacrificio, ma ho tenuto gli scarponi; ero come una Mercedes con le ruote di un Suv.

Oltre gli officianti c'era l'Italia uffi­ciale, c'erano pure i comici e i cantanti ufficiali, gli scrittori e storici ufficiali. Il presentatore ufficiale era Giuliano Amato, il Gianni Morandi del festival delle istituzioni. Mancava la Regina Angela Merkel, e pure il suo luogote­nente in Italia, forse in riparazione. Non si vedevano i Poteri Occulti, ma questo è comprensibile. Nell'ampio documento visivo sul 17 marzo, come nei film di Stalin, è stato cancellato Ber­lusconi e il suo governo, che pure ha istituito la festa del 17 marzo. Ma se è per questo pure il Re e i Savoia erano spariti dall'Unità.

C'era pure Berlinguer ma non c'era Almirante che con l'amor patrio c'en­tra di più. C'era la mostra sul Pci ma non quella sull'identità nazionale. Il ministro della Pubblica Istruzione non riusciva a pronunciare la parola analfabeta, si è impappinato ripetuta­mente, forse per solidarietà con gli analfabeti. Napolitano, vestito in gri­gio, ha annunciato di fare un discorso grigio ed è stato di parola.

Al buffet si è ricomposta l'unità nazionale, ma i pa­nini ufficiali sono indigesti, soprattut­to se accompagnati da spumante uffi­ciale. Duro ai buffet salutare senza la terza mano. L'Italia aspettava fuori, a secco di spumante e di benzina.

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