Come pagare 15 euro per non giocare in tv

Il regolamento «conferma» che vanno in onda chiamate finte e che non esiste neppure la onlus cui regalare i premi non ritirati

Come pagare 15 euro per non giocare in tv

(...) devo indovinare l’interprete di una canzone che ha fatto la storia della musica leggera italiana, oppure capire dal solo movimento delle labbra una parola pronunciata senza audio da una bocca misterosa che sillaba meglio di un libro di prima elementare, se invece c’è un giochetto di enigmistica da risolvere sembra tratto da quelle riviste per bambini. Basta telefonare e il gioco è fatto, tanto più che i telespettatori che chiamano in diretta sembrano sempre scesi da Marte. Riescono a dire che «Non ho l’età» era cantata da Mal e che «Mi scappa la pipì papà» era un cavallo di battagglia di Mimmo Modugno. D’accordo, lo so bene anch’io che ci deve essere una sorta di trucchetto, che nessuno regala niente per niente e che quegli spazi in tv vengono comprati da chi non può solo vivere del piacere di regalare televisori al plasma che valgono 833,35 euro (più avanti spiegherò meglio tanta precisione). E infatti sto un po’ attento prima di prendere in mano la cornetta. Provo a leggere bene tutte le scritte in sovrimpressione a caratteri che mettono a dura prova i dieci decimi, e mi distraggo solo quando qualche telespettatore mi strappa di bocca un’espressione che rende merito alla sua sconfinata ignoranza, aumentando il mio desiderio di partecipare per far capire a tutta Italia che quella risposta io la so e il tv color al plasma deve essere mio.
La trasmissione non è un gioco d’azzardo, ma nella vita bisogna pur rischiare qualcosa per ottenere l’oggetto del desiderio. E così mi convinco persino che i 15 euro che costa la telefonata ai numeri che appaiono in video, a prescindere dalla durata della stessa, sono in fondo un giusto investimento. E forse credo anche che, se così tanti telespettatori chiamano e sbagliano prima di trovare quello che dà la risposta esatta, l’organizzatore del concorso si può ben rifare delle spese sostenute a suon di 15 euro. Quindi non c’è trucco, ma sfruttamento della voglia di telequiz degli italiani.
In realtà, ogni tanto, scorre anche una scritta che mi mette un minimo in allarme. Intanto che la partecipazione è riservata ai maggiorenni. Strano, avevo già escluso che si trattasse di un gioco d’azzardo. E le mise di qualche presentatrice, pur se studiate per non censurare l’avvenenza di chi invita a telefonare, non bastano certo a confinare la trasmissione tra quelle hard. La scritta peraltro informa che la telefonata e i 15 euro spesi con la stessa danno diritto all’acquisto di 15 loghi o suonerie per il cellulare. Tanto meglio, mi serviva proprio cambiare un po’ musica tutte le volte che qualcuno mi chiama sul telefonino.
È l’ora di provarci. Faccio il numero della diretta. Non mi risponde una centralinista, ma una voce registrata (anche piuttosto male, con bruschi scatti e improvvise accelerazioni) dalla quale riesco a capire che ho chiamato una «manifestazione a premi con vendita di loghi e suonerie» e che se aspetto in linea cinque secondi, aderisco. Aspetto, è ovvio. E ottengo il diritto di chiamare un numero verde per scegliere e farmi mandare 15 loghi e/o suonerie. Poi la linea si interrompe. Ma come? Devo rispondere e vincere 7000 euro. La parola da indovinare è «canestro», non l’ha ancora detta nessuno. Intanto mi sono segnato il numero verde. Lo compongo pur se la voce registrata mi ha detto che serve per loghi e suonerie, magari è quello che mi dà la possibilità di giocare. E vincere.
Macché, un altro nastro mi dà la possibilità di scegliere la suoneria (a proposito, e se volessi invece un logo?). E mi snocciola tutti i titoli disponibili. Dico ancora la verità? Tra Ligabue, Ramazzotti, Madonna e Tiziano Ferro non è che sia proprio nel mio. Eppure devo scegliere tra 10 canzoni, che nella fretta non mi ricordo nemmeno a quale numero da digitare corrispondano. Non ho il tempo per ricordare: senza neppure aspettare che schiacci un tasto, la voce riprende e mi avvisa che devo dire a quale numero di cellulare mandare la suoneria. Quale suoneria, che io neppure l’ho scelta? Vabbé, rifaccio il numero e questa volta non sbaglio. Ma se devo scegliere tra 10 canzoni, come ho fatto a comprarne 15?
Intanto arriva il messaggino sul cellulare. Evviva, almeno «Sei nell’anima» di Gianna Nannini potrò sentirla suonare. L’ho pagata 15 euro. Non avevo fatto caso all’ultima frase del nastro che mi diceva che avrei ricevuto la suoneria con un sms wap. Apro il messaggino che mi dice: «Connessione gprs non disponibile». Mi chiedo come fare per scaricarla, ma se potesse rispondere ai miei pensieri, il cellulare farebbe apparire sul display: «Arrangiati».
Inizio a rifare i conti. I 15 euro sicuramente li ho spesi aspettando quei cinque secondi fatali. Le 15 suonerie (lasciamo perdere l’«e/o loghi») non c’è stato verso di averle. Del gioco per vincere la tv al plasma neppure un cenno in tutte le telefonate, di parlare con l’affascinante presentatrice neppure la speranza. Mi resta l’ultima carta. Ricordo che, tra le varie scritte apparse rapidamente in televisione, una faceva riferimento al regolamento del gioco sul sito superquiz.it. Ci vado immediatamente e trovo il regolamento, fiero di sapere al contrario di tante casalinghe e pensionati cosa significhi «puoi scaricare il regolamento in formato pdf - download». Leggo il regolamento e ci ripenso. Forse era meglio non riuscire ad aprirlo. Certe volte non fa piacere capire quello che si è fatto. La «Gold Tel di Cicileo Nunzio» spiega chiaramente qual è il suo vero scopo, «l’oggetto della promozione è la vendita di suonerie e loghi per telefoni cellulari». Non certo la voglia di regalare ricchi premi. Che ci sono, ma il diritto a provare a vincerli, è scritto nero su bianco, viene stabilito da «un sistema computerizzato che seleziona un determinato numero di acquirenti» e quel diritto spetta a «un acquirente su cinquecento per il premio telefono cellulare con tecnologia java; un acquirente su millecinquecento per la carta di credito a consumo; un acquirente su duemila per il tv al plasma 42 pollici». Uno specchietto subito sotto spiega che il telefonino vale 41,67 euro e ce ne sono in palio 100, che le 50 carte prepagate valgono 416,70 euro l’una e che i 21 tv al plasma costerebbero 833,35 euro. Certo, chi non è selezionato dal computer (cioè 1999 telespettatori su 2000) si vede buttare giù il telefono e arrivederci. Il regolamento ammette addirittura che forse nessuno potrebbe riuscire a telefonare in diretta: «Nel caso in cui per un periodo prolungato il sistema computerizzato non dovesse indirizzare in diretta alcuna chiamata, verranno comunque trasmesse telefonate virtuali, a scopo meramente dimostrativo». Ah, ecco chi erano gli idioti che non sapevano chi cantava «Rose rosse». Ultima annotazione. Ogni gioco a premi deve prevedere una società senza fine di lucro come destinataria degli eventuali premi non ritirati. A chi andranno i tv color, le carte di credito prepagate e i cellulari? Sul regolamento al punto 6 c’è scritto «Onlus beneficiaria....(spazio bianco)» Insomma, impossibile trovare un fortunato.
Concludo.

Ho cercato di raccontare ogni minimo passo fatto pur immaginando cosa mi aspettava. L’ho fatto per risparmiare la fatica (e 15 euro) a chi avesse voglia di provarci solo per curiosità. Chi è superfortunato, invece, si accomodi.

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