Il palazzo di cemento ecologico produce ossigeno come un bosco

In via Valtellina la sede Torno progettata da Dante Oscar Benini

Il palazzo di cemento ecologico produce  ossigeno come un bosco

Marta Bravi

Tutti ne parlano, molti l’hanno vista, forse non tutti sanno cos’è. È la nuova sede della Torno Internazionale. Un edificio bianco e avveniristico, con le sue vele e la facciata di vetro, che ha cambiato il volto - e le quotazioni immobiliari - di via Valtellina. È uno dei quattro progetti firmati Dante Oscar Benini, architetto di fama internazionale, pluripremiato, che stanno rivoluzionando l’immaginario estetico di Milano. Non solo. Benini si fa portavoce di un «nuovo atteggiamento, di una nuova mentalità architettonica» come ha sottolineato il critico dell’architettura Dennis Scharp durante l’incontro di presentazione all’Urban Center. Il rispetto per l’ambiente, la sostenibilità, il risparmio energetico e una visione positiva del costruire sono le cifre dello stile dell’architetto.
La sede della Torno, per esempio, è dotata della prima facciata interattiva d’Europa. Si presenta come una facciata di vetro, come se vedono tante, ma nasconde una tecnologia «amica dell’ambiente». Le lamelle poste sopra e sotto la superficie trasparente distanti dall’edificio 60 cm, si aprono e si chiudono, ingabbiando o lasciando passare l’aria a seconda delle necessità. D’inverno vengono chiuse: il cuscinetto d’aria che si trova tra le due pareti si riscalda con il sole, evitando la dispersione di calore. Non solo, anche l’aria di ricambio che esce dall’impianto di riscaldamento viene rimessa nell’intercapedine: si risparmia così energia per riscaldare l’edificio, che in questo modo è più isolato e si riduce anche l’inquinamento. Stesso discorso, al contrario, vale per l’aria condizionata: d’estate le lamelle vengono aperte, creando una corrente d’aria, che riduce lo sbalzo termico tra l’interno ed esterno.
Contenimento degli sprechi e dell’inquinamento vengono poi supportati dal secondo escamotage architettonico: la vela traforata che si allontana dalla facciata laterale, passando da uno a cinque metri, è fatta di una lega di alluminio e titanio, che ha la proprietà di smaltire molto velocemente il calore. Proprietà che viene potenziata dai microfori della struttura che aumentano l’areazione della parete.
Terzo trucchetto, il cemento fotocatalitico: in questo caso Benini è stato preceduto da Meier, che ha utilizzato questo materiale per la chiesa «Dives misericordiae» a Roma. Questo cemento ecologico si comporta esattamente come un albero: assorbe il monossido di carbonio e produce ossigeno con la luce. Risultato: un viale alberato virtuale. Di fronte a tanta meraviglia viene da chiedersi perché non sia stata utilizzato prima a Milano. Forse i costi? «I costi di questi materiali sono bassi, mai come adesso. I produttori - spiega Benini - li vendono a prezzi promozionali, proprio perché ancora non li utilizza nessuno. È solo una questione di diffidenza, ci vuole sempre un pioniere, qualcuno che sperimenti e che ci creda». Mentre la sede della Torno è gia operativa e attende solo di essere inaugurata, cosa che avverrà tra un mese circa, è in fase progettuale (tra quindici giorno lo studio Benini consegnerà l’esecutivo) il «Polo provinciale di eccellenza per l’Innovazione e il lavoro» di via Soderini. «In questo caso abbiamo vinto il bando di concorso - racconta l’architetto - perché abbiamo costruito sotto terra. Regaliamo così a Milano un parco pubblico della grandezza di tre campi da calcio». Anche in questo caso il Palazzo, che sarà pronto per il 2008, è stato costruito all’insegna della sostenibilità: spazi verdi, risparmio energetico, costi di riscaldamento ridotti, cemento fotocatalitico.


Benini firma anche la ristrutturazione del palazzo Fastweb (via Caracciolo), che sarà dotata di schermi per proiezioni e messaggi multimediali che rivestiranno la facciata di vetro, la ristrutturazione dell’ex Sieroterapico (via Darwin) con le tre bolle asimmetriche per non entrare in conflitto con l’esistente e il progetto per la fondazione Cabassi (via Palestro). Anche questi edifici dovrebbero essere pronti per il 2008 regalando così un nuovo volto a Milano.

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