Palazzo Rosso va al raddoppio e sale sull’ascensore di vetro

Nuove sale espositive, una biblioteca da 50mila volumi e il moderno centro di documentazione

Palazzo Rosso va al raddoppio e sale sull’ascensore  di vetro

Marzia Fossati

Da oggi Palazzo Rosso raddoppia. Proprio così, a partire dalla data odierna il celebre palazzo color vermiglio affacciato su via Garibaldi, a lavori di ristrutturazione ultimati, grazie al contributo della Fondazione San Paolo, raddoppia il numero delle sale visitabili e apre al pubblico il nuovo Centro di Documentazione per la Storia, l’Arte e l’immagine di Genova. Una biblioteca di 50mila volumi e centinaia di periodici d’arte, un archivio fotografico con oltre 100mila immagini, un’intera collezione cartografica e topografica sarà a disposizione di chiunque vorrà consultare i documenti con tecnologie avanzate.
Complessivamente, lo spazio espositivo sarebbe così aumentato di un terzo rispetto al precedente, una fetta assai cospicua dell’edificio, le cui maggiori novità sono concentrate al quarto piano, con l’apertura al pubblico di quella che è stata definita «la casa di un amatore d’arte all’ultimo piano di un antico palazzo». In parole più semplici, si tratterebbe degli spazi dell’ultimo piano del corpo delle Dipendenze di Palazzo Rosso che Franco Albini, negli anni 50, aveva ristrutturato per farne l’abitazione dell’allora direttore dei musei civici Caterina Mercenaro e per accogliervi le opere della sua raccolta d’arte. In questi ambienti, contigui e intercomunicanti, i pezzi antichi erano stati previsti come elementi di una composizione unitaria in cui erano inseriti con grande equilibrio anche elementi moderni, in una commistione di antico e moderno tipica dell’architettura di quegli anni.
Scendendo di un piano, è ora possibile ammirare una splendida visuale della «Strada Nuova» da un vastissimo terrazzo, di libero accesso, posto in posizione dominante sull’intero centro storico cittadino. E, rimanendo in tema panoramico, domani debutta anche l’ascensore, panoramico appunto, che attraverso le pareti in vetro della sua cabina, pare risucchiare i visitatori nelle viscere del palazzo, tenendoli a tratti sospesi tra gli scorci di un vicolo, con un effetto scenografico di forte impatto emotivo.
Per quanto riguarda l’aspetto più storiografico del palazzo, al secondo piano nobile, si può ora visitare quello che fu l’appartamento di Gio.Francesco II Brignole Sale, con i riscoperti affreschi di Lorenzo De Ferrari e l’aulica sala dei ritratti dei dogi. Altre novità sono inoltre costituite dalle sale destinate all’esposizione, a rotazione, dei materiali del Gabinetto Disegni e Stampe, delle Collezioni topografica e cartografica e dell’Archivio fotografico.
Al primo piano nobile, infine, l’espansione della pinacoteca comprende una nuova sala dedicata alla pittura genovese del Seicento, due sale per gli artisti attivi a Roma quello stesso secolo (Gentileschi, Tassi, Albani, Maratti) e una per i pittori fiamminghi del Cinquecento. Senza dimenticare, ovviamente, il nuovissimo Centro di Documentazione, di cui si è accennato prima, posto nelle Dipendenze di Palazzo Rosso, nel meno visibile dei corpi di fabbrica del complesso fatto costruire fra il XVII e l’XVIII secolo, che prospetta non su via Garibaldi, ma sui vicoli retrostanti.
Contemporaneamente a questi nuovi spazi, inaugurano domani anche due piccole mostre ivi ospitate.

Una, dal significativo titolo «La città illustrata», delinea, attraverso documenti conservati presso il Centro, le principali tappe dello sviluppo urbanistico di Genova tra il XVI e XX secolo. Mentre l’altra ci presenta le foto delle facciate di tutti i palazzi storici genovesi, realizzate con una complessa operazione fotografica, per renderne la prospettiva perfettamente piatta.

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