Rischia di riproporsi l'emergenza rifiuti che, poco prima delle elezioni, ha portato il caso Palermo alla ribalta nazionale, tanto da mobilitare il governo e da inviare in Sicilia il responsabile della Protezione civile, Guido Bertolaso. I sindacati sono di nuovo sul piede di guerra, e minacciano una nuova agitazione se non riceveranno «in tempi brevissimi» le risposte ai problemi logistici che erano stati posti sul tavolo durante il vertice in prefettura. E intanto il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, vola a Roma per definire col governo un intervento che consenta di pagare almeno gli stipendi degli operatori scongiurando così l'emergenza bis.
La minaccia di un nuovo blocco della raccolta - lo sciopero bianco di qualche settimana fa ha ridotto la città ad un'autentica discarica a cielo aperto - è stata lanciata ieri in un comunicato congiunto dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e firmata dai segretari generali Maurizio Calà, Mimmo Milazzo e Antonio Ferro. E non riguarda solo la città di Palermo. Dovrebbero incrociare le braccia anche i lavoratori degli Ato. Insomma, l'emergenza potrebbe riguardare tutto il comprensorio palermitano, con conseguenze pesantissime, considerato che la bella stagione è già arrivata.
I segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una nota al prefetto per denunciare la mancanza di risposte rispetto ai problemi logistici - soprattutto la carenza di mezzi - e per sollecitare il pagamento degli stipendi ai dipendenti, che, come era stato assicurato, dovrebbe avvenire entro il prossimo 30 giugno.
Altro capitolo quello degli Ato. I sindacati sottolineano che da giorni chiedono il confronto con le istituzioni: «Ma non riceviamo - sottolineano in una nota - nessuna convocazione, mentre apprendiamo dai giornali che sono stati attivati tavoli istituzionali dove si discute senza conoscere difficoltà e punti di vista del mondo del lavoro.
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