Impianti di raccolta dell'umido chiusi: si riapre l'emergenza rifiuti

Stamattina la protesta di un gruppo di sindaci della provincia di Palermo che non possono conferire la frazione organica: lettera al prefetto per chiedere l'emergenza igienico-sanitaria

Impianti di raccolta dell'umido chiusi: si riapre l'emergenza rifiuti

Sono scesi in piazza per protestare contro l'ennesima emergenza rifiuti. Sono 15 sindaci del palermitano che stamattina si sono dati appuntamento davanti Palazzo d'Orleans a Palermo in attesa di essere ricevuti dal presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. Con tanto di fascia, i sindaci di Carini, Trappeto, Balestrate, Borgetto, Montelepre, Giardinello, Piana degli Albanesi, Altofonte, Misilmeri, Villabate, Ficarazzi, Godrano, Roccapalumba, Camporeale e Bagheria, tutti comuni in provincia di Palermo, si sono dati appuntamento nella sede istituzionale del presidente Musumeci dopo aver dichiarato lo stato di emergenza igienico-sanitario.

Alla base della protesta, l'impossibilità di conferire, da diverse settimane, l'organico dei rifiuti presso gli impianti di compostaggio autorizzati dal governo Musumeci. A questo punto, i sindaci dei 15 comuni hanno scritto una lettera al prefetto, mettendo in evidenza i disagi provocati dal mancato ritiro della frazione organica dei rifiuti e il conseguente e illimitato accumulo lungo le strade, ma soprattutto sottolineando il rischio igienico-sanitario per i cittadini. "La nostra manifestazione - scrivono i sindaci - nasce con l'obiettivo di trovare soluzioni alla gravissima problematica che sta ormai degenerando, comportando una grave situazione di pregiudizio per la salute e l'igiene sanitaria pubblica di tutta la collettività".

L'emergenza nasce dalla contemporanea chiusura degli impianti di Termini Imerese in provincia di Palermo e di Catania. Stamattina lo stop all'impianto termitano. La Regione, infatti, ha inviato una nota di diffida alla struttura gestita dalla Ecox, che le impone il divieto di ricevere nuovi rifiuti organici. Una decisione assunta dal dipartimento acque e rifiuti, dopo la relazione dei tecnici dell'Arpa che ha evidenziato rischi all'ambiente e alla salute dei cittadini legati alle condizioni di scarsa sicurezza della struttura. Qualche giorno fa, invece, la chiusura dell'impianto di Catania che riceveva gran parte dell'umido prodotto nella provincia di Palermo.

Molti comuni, infatti, dopo la chiusura dell'impianto Raco di Catania per manutenzione, conferivano esclusivamente a Termini Imerese, che però adesso non potrà più ricevere i rifiuti organici finché non ripristinerà le condizioni di sicurezza. Della chiusura dell'impianto di Termini, ne ha dato notizia il deputato del Movimento 5 Stelle all’Ars, Luigi Sunseri, che proprio ieri aveva chiesto l’intervento immediato della Regione, alla luce dei rilievi fatti dall’Arpa. Dopo l'ispezione, era emerso che l'impianto inquinava. "Il provvedimento del dipartimento acqua e rifiuti – afferma Sunseri - è una vittoria per i cittadini e un riconoscimento del loro sacrosanto diritto alla salute che veniva calpestato dall’impianto, considerato quanto accertato dai tecnici dell’Arpa".

Secondo l'Arpa, infatti, "l'impianto gestito da Ecox non ha le caratteristiche e i presidi ambientali utili a garantire una corretta gestione del processo senza arrecare danni all’ambiente circostante ed alla salute dei cittadini".

Tra le principali lacune individuate dall’Arpa nell’impianto di Termini ci sono cumuli di potatura di sfalci senza copertura, ampie zone di percolato, odori nauseabondi e l’assenza di presidi ambientali utili a prevenire la dispersione del rifiuto liquido, l’emissione e la dispersione di odori particolarmente intensi nell’area.

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