La folle tentazione del M5s: governo col Pd e Fico premier

I vertici pentastellati temono il voto, visto quanto raccontano i sondaggi. E la possibilità di un asse coi dem, anche per un esecutivo di scopo, non è più così remota

La folle tentazione del M5s: governo col Pd e Fico premier

Il Movimento 5 Stelle è inguaiato. Deputati, senatori e vertici pentastellati temono le elezioni anticipate perché i sondaggi sono quello che sono, in linea con il pessimo risultato elettorale delle Europee, quando il M5s si fermò al 17 e spicci percento. La metà esatta della Lega di Matteo Salvini.

Ecco allora perché nella compagine a cinque stelle sta nascendo una folle tentazione, per evitare le urne a tutti i costi. O, per lo meno, di allontanarle il più possibile. Nella speranza, per non dire illusione, che possa servire a spostare (davvero) gli equilibri e i rapporti di forza. Quale tentazione? Quella di allearsi con il Partito Democratico per un governo di scopo che porti a casa, su tutto, il taglio dei (345) parlamentari, storico cavallo di battaglia dei grillini.

E in questo esecutivo di scopo, chi farebbe il presidente del Consiglio? Presto detto: Roberto Fico. L’indiscrezione la dà Repubblica, che racconta anche delle trame che Luigi Di Maio starebbe tessendo, nonché dei suoi tentativi di ricucire con Alessandro Di Battista. Che potrebbe essere l'uomo del rilancio del Movimento. "Ora c'è il rischio che aumenti l'Iva, Salvini ha preso in giro l'Italia su tutto, ha pensato ai suoi interessi e non al Paese. Anche sulla Flat Tax, ha rotto perché sapeva benissimo di non poterla fare", il duro sfogo del ministro del Lavoro contro il leader leghista.

Ecco, l'eventuale asse Pd-M5s spaccherebbe ulteriormente i democratici, destinati a implodere ufficialmente nelle prossime settimane. Matteo Renzi potrebbe allora cogliere la palla al balzo per dare l'addio e fondare il suo partito. Lo stesso potrebbe farlo, magari, anche Carlo Calenda. E in questo modo nel centrosinistra potrebbero venirsi a trovare tre forze, non così amiche tra di loro, anzi.

Due partiti "centristi" guidati, uno, dall'ex premier e, l'altro, dall'ex ministro, e appunto un Pd zingarettiano più di sinistra e amico dei 5 stelle. E chissà se da amici non diventeranno pure alleati di governo. O di coalizione alle prossime elezioni.

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