Cronaca locale

Blitz del senagalese in aeroporto: ciabatte contraffatte ​e passaporti falsi

L'uomo, all'arrivo in aeroporto è stato sottoposto ai controlli di routine, durante un esame radiogeno al suo bagaglio sono state rinvenute numerose ciabatte con il marchio contraffatto e con l'indicazione made in Italy

Blitz del senagalese in aeroporto: ciabatte contraffatte ​e passaporti falsi

Arriva all’aeroporto di Palermo con della merce contraffatta riportante il marchio "made in Italy" ma viene scoperto durante i controlli ed arrestato. Si tratta di un uomo di origini gambiane atterrato all’aeroporto Falcone e Borsellino con un bagaglio contenente la merce in questione. L’uomo pensava di farla franca ignorando che da lì a poco sarebbe stato sottoposto ai controlli previsti dalla legge. Ebbene, i finanzieri della compagnia di Palermo Punta Raisi ed i funzionari dell’ufficio delle dogane di Palermo – S.O.T. si stavano occupando delle attività dirette ai controlli sulla prevenzione degli atti illeciti in ambito doganale.

Inevitabilmente hanno sottoposto a controllo radiogeno il bagaglio del senegalese riscontrando che qualcosa non andasse durante lo scorrere delle immagini. Dunque è stata disposta l’apertura del borsone e al suo interno sono state rinvenute numerose paia di ciabatte. Erano tutte di plastica e recanti noti marchi di prestigio, palesemente contraffatti con l’indicazione made in Italy.

I controlli sono andati avanti, e il senegalese è stato trovato anche in possesso di due passaporti intestati a due soggetti aventi le sue stesse origini. Da un’appurata indagine compiuta subito dopo, i due documenti sono risultati pure contraffatti. L’uomo è stato quindi arrestato perché trovato in possesso di documenti falsi, validi per l’espatrio e importazione di merce recante marchi o segni distintivi falsi.

Il fatto accaduto in aeroporto è il frutto di un lavoro sinergico tra due amministrazioni che ha consentito di rafforzare i controlli contro questo tipo di reato migliorandone anche la qualità dei risultati raggiunti. Un’attività diretta alla tutela del mercato di riferimento e che garantisce la trasparente e lecita circolazione di qualsiasi tipo di bene nel territorio italiano. Ma non solo, il tipo di attività compiuta dai finanzieri e dai funzionari delle dogane ha consentito di tutelare i diritti del consumatore finale, con riferimento alla tracciabilità dei prodotti acquistati e del made in Italy.

Soltanto ieri i militari delle fiamme gialle e i funzionari dell’agenzia delle dogane hanno compiuto sinergicamente un’operazione simile a quella odierna che ha permesso di sequestrare 58.800 chili di pellet tunisino spacciato per made in Italy. La merce trasportata da due semirimorchi provenienti dalla Tunisia, non conteneva alcuna indicazione circa la provenienza estera ed era destinata ad una nota società di distribuzione romana.

Ad eccezione del marchio e della società distributrice del prodotto, i sacchetti destinati al commercio non riportavano alcuna indicazione circa l’origine e la provenienza estera della merce, ovvero di ogni altra indicazione idonea ad evitare qualsiasi fraintendimento del consumatore sull’effettiva origine del prodotto.

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