Caos nel Pd siciliano: "Hanno già deciso chi sarà il segretario"

Entro il 28 febbrario le candidature alla carica di segretario. Il regolamento di elezione però appare confusionario e i capicorrente fanno pressing su un nome

Caos nel Pd siciliano: "Hanno già deciso chi sarà il segretario"

Il Pd serra le fila e prepara il riscatto. Le ultime tornate elettorali hanno fotografato un netto calo nelle preferenze degli elettori. E allora da Palermo si riparte per compattare idee e uomini. Dopo lo stop a Davide Faraone, il reggente di Renzi in Sicilia, il partito Democratico nell'isola è commissariato. Adesso serve eleggere una nuova figura. Ma chi? Nella sede siciliana del partito ci sono molti dubbi. Agli iscritti è stato chiesto di partecipare a due momenti differenti che daranno vita al rilancio del partito: il primo, per l'elezione delle cariche di Circolo, che dovrà svolgersi tra il 28 febbraio e l'8 marzo. Il secondo, per l'elezione dei segretari provinciali e regionale, che verrà stabilito dal calendario della Commissione congressuale regionale. Entro il 28 febbraio vanno formalizzate le candidature alla carica di segretario regionale, sottoscritte da almeno 500 iscritti certificati, e a quelle di segretari provinciali, sottoscritte da almeno il 10 per cento degli iscritti certificati della Provincia. Per le liste di supporto, il termine per la loro presentazione è il 16 marzo.

Nessuno vuole esporsi, anche se i capicorrente hanno già chiuso un accordo per eleggere deputato Anthony Barbagallo, dell'area Franceschini, ex assessore regionale al Turismo. Addirittura ottanta tra parlamentari, sindaci, assessori, consiglieri comunali, giovani democratici e dirigenti di partito hanno firmato un appello a sostegno della candidatura alla Segreteria regionale di Barbagallo. Tra i firmatari spiccano i nomi del parlamentare nazionale Pietro Navarra, del deputato regionale Franco De Domenico, del Presidente del Consiglio Comunale di Messina Claudio Cardile e di numerosi sindaci messinesi ed ennesi del PD tra i quali Fabio Venezia (Troina), Mario Bolognari (Taormina), Fabio Vinci (Saponara), Corrado Ximone (Torregrotta), Filippo Bonasinga (Merì), Giuseppe Cannistrà (Monforte San Giorgio), Antonio Licciardo (Assoro), Francesco Bivona (Regalbuto), Carmelo Scravaglieri (Catenanuova).

In una nota il commissario Alberto Losacco gongola per i risultati fin qui ottenuti. "Radicamento, apertura e partecipazione saranno le parole di un Congresso che eleggerà il suo nuovo segretario regionale con le primarie tra gli iscritti e che vedrà, per la prima volta, un'assemblea regionale composta per un quinto da rappresentanti dall'associazionismo, dalle forze sociali e dalle organizzazioni che credono nei nostri stessi valori di impegno civile e di rilancio della Sicilia. Il tesseramento online - spiega Losacco - ci ha permesso di ricostruire un tessuto reale dell'appartenenza alla comunità politica, rompendo pratiche negative e precostituite, che col tempo hanno allontanato tanti iscritti da circoli dove più che rappresentare qualcosa, servivano per rappresentare qualcuno. Adesso - prosegue - queste persone saranno al centro del nostro Congresso, partecipando al rinnovo di tutte le cariche provinciali e di circolo e all'elezione dell'assemblea e del segretario regionale. Contestualmente diamo vita a quel processo di apertura essenziale per il rilancio dell'azione del partito".

A parte il pressing su Barbagallo c'è chi ha presentato una regolare candidatura. Anzi, a tutti gli effetti è l'unico candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico Sicilia. SI tratta di Antonio Ferrante che contesta il regolamento congressuale emanato da commissario regionale Alberto Losacco. "Apprendiamo con sorpresa della pubblicazione di un regolamento per il congresso che, al netto della curiosa circostanza che ad oggi non sappiamo se il tesseramento sia stato validato, su quali cifre e se siano state concesse eccezioni consistenti alla regola del tesseramento online, appare confuso, incoerente e per certi aspetti paradossale". Secondo il regolamento, tra dirigenti locali e regionali, un tesserato su dieci in Sicilia verrebbe chiamato a ricoprire almeno un incarico: "Fatto che avrebbe un senso se si tenessero primarie aperte ma che, con il voto dei soli tesserati, svuota le assemblee di ogni valore - prosegue Ferrante -. Vi è poi l'obbligo di depositare, in due battute, oltre mille firme per la candidatura al regionale senza la minima indicazione sul come raccoglierle trattandosi, come dice il commissario, di singole iscrizioni online. Bussare al citofono di ogni siciliano per chiedere se si è tesserato al Pd credo richieda un po' più dei dieci giorni previsti per il deposito della candidatura.

Con queste premesse appare praticamente impossibile non solo partecipare ma restituire dignità e valore agli organi di partito e quindi svolgere anche in Sicilia un congresso vero, per queste ragioni come unico candidato, in attesa di conoscere da Roma il mio concorrente, chiedo al commissario di correggere il regolamento, certo come sempre della sua buona fede". E siamo solo alle battute iniziali.

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