Non passa giorno che Sarah Palin non attacchi la First Lady. Stavolta laccusa a Michelle Obama è quella di volere decidere lei, simbolo dellodiato governo di Washington, il cibo dei bambini americani, sostituendosi così ai loro cari genitori. Insomma, lex governatrice dellAlaska, in attesa di combattere contro Barack nel 2012, preferisce ora prendersela con la moglie, peraltro popolarissima. E lo fa criticando la sua campagna contro lobesità infantile, bollata come unintrusione dal sapore «statalista» nella libertà individuale di ogni buon americano. In unintervista alla radio, quasi a difendere i suoi fan del «Tea Party», in larghissima parte ampiamente sovrappeso, invita esplicitamente Michelle «a lasciare in pace i genitori americani». Secondo Palin, la campagna promossa da Michelle Obama contro lobesità, una vera piaga dellinfanzia americana, è la prova che la moglie del presidente «non crede che i genitori siano capaci di prendere le decisioni giuste per i loro figli». «Abbiamo un governo - attacca Palin - che intende stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato, secondo le priorità dei politici o delle loro mogli. Noi invece chiediamo che ci lascino in pace e ci permettano di esercitare i nostri diritti individuali che Dio ci ha dato per scegliere da soli la cosa migliore da fare. Solo così - conclude lex sindaco di Wasilla - il nostro Paese tornerà sulla buona strada». Ma è solo lennesimo attacco frontale di Sarah contro Michelle. In un capitolo del suo ultimo libro, «America by Heart, Reflections on Family, Faith and Flag» lex governatrice dellAlaska, accusa la First Lady niente meno che di razzismo, di essere una afro-americana che non sopporta i bianchi.
Per avvalorare questa tesi, rivanga una polemica vecchia di due anni, quando Michelle finì nella bufera per aver detto, durante la campagna elettorale, di non essersi mai sentita orgogliosa degli Stati Uniti prima che suo marito cominciasse a correre per la Casa Bianca. «Frasi - scrive Palin - che non ci devono sorprendere, visto che lei e Barack per quasi 20 anni hanno assistito alle sfuriate del reverendo Jeremiah Wright contro lAmerica e la gente bianca».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.