Lui è una specie di Tony Dallara in versione glamorous. Stesso ciuffo cotonato, stesso sorriso buono per far impazzire le zie, stessa passione per il genere melodico tardo-rock. Le somiglianze finiscono qui. Tony Dallara infatti sbarca il lunario facendo qualche serata in provincia con gli evergreen Ti dirò e Romantica. Lui, che è Donald Trump, il miliardario proprietario dell’omonimo grattacielo a New York e di un colossale palazzo-albergo a Dubai, la sera nuota in una piscina colma di dollari d’oro, come Paperone, o va a mangiare pinne di abalone a Città del Capo, se gli gira. E giustamente se ne frega dei cronisti spiritosi che lo sfottono.
Lei, Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska, è un’ex bellona un po’ miope e un po’ algida che ricorda Alba Parietti prima del botox quando le vengono i cinque minuti. Allupata dal potere, e decisa ad agguantarlo a qualsiasi costo, Sarah Palin si porta appresso dai tempi della scuola un antipatico soprannome: «il barracuda».
Sarah è uno strano tipo. Se è in vena ecologista, la vedrete scagliarsi contro le compagnie petrolifere per i danni ambientali eccetera. Con la stessa indifferenza, il giorno dopo può essere una delle più ferme sostenitrici di nuove trivellazioni e di un nuovo oleodotto, arrivando ad affermare che bisogna pregare per la sua costruzione in quanto espressa volontà di Dio (UsaToday, 12 ottobre 2008).
Donald Trump e Sarah Palin sono fra i probabili candidati del partito Repubblicano alle prossime elezioni americane e sì, avete capito bene, gli altri sono veramente dei nessuno. Lo fossero solo per noi, pazienza. Il guaio è che lo sono anche per i potenziali elettori repubblicani. E manca meno di un anno al caucus dell’Iowa.
Fa eccezione solo l’ex governatore dell’Arkansas, il mormone Mike Huckabee, che ha un po’ di amici a Fox Tv che sparano volentieri nell’etere la sua faccia. Certo non scaldano i cuori di un elettorato confuso e disorientato le facce di John Huntsman junior, di cui si sa solo che è stato ambasciatore in Cina, o Michele Bachmann o Rick Santorum, che ha un nome da batterista punk. Insomma, i repubblicani sono in alto mare. Questo dice un sondaggio eseguito per conto del New York Times e della Cbs. Dovrebbe dunque essere Donald Trump, 64 anni, famoso un tempo per aver sposato una stanga pazzesca di origine ceca che si chiama Ivana Zelnickovà (poi Trump); dovrebbe essere dunque lui, l’«albergatore» che per sette anni è stato padrone del «Plaza» di New York a impensierire Barack Obama, che già fila come un incrociatore da battaglia da Seattle a Fort Lauderdale, Florida, raccogliendo denaro e consensi.
Diversa, ma non migliore, la situazione per Sarah Palin. Lei è certamente il candidato potenziale più conosciuto al grande pubblico. Tuttavia, il 55% degli elettori americani, di destra come di sinistra, dà di lei un giudizio sfavorevole, mentre è apprezzata da appena uno striminzito 26%. E anche tra i repubblicani, Palin non sfonda: una metà l’apprezza, mentre un quarto di loro la boccia senza appello.
E tuttavia non restano che loro, al momento. Donald e Sarah. Lui, tre mogli, cinque figli, i capelli a banana sempre laccati di fresco, mattatore di un reality show (potenza della Tv!) che si chiama The Apprentice, l’apprendista, ce l’ha con noi italiani per via della condanna inflitta ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, ricorderete, storiaccia accaduta a Perugia nel novembre di 4 anni fa.
Lei, l’ingombrante Sarah Palin, con cinque figli che hanno nomi da cani da slitta (Track, Bristol, Willow, Piper, Trig) va a caccia, mangia hamburger di alce, pesca come gli eschimesi facendo un buco nel ghiaccio, pilota motoslitte e si fa fotografare volentieri come Calamity Jane, pistole e fucili a gogò. Membro della National Rifle Association, la potente lobby che riunisce i possessori di armi, la Palin ha in uggia sia gli orsi polari che le balene Beluga, di cui ha chiesto la cancellazione dalle liste delle specie protette. Come mai? Mah. Non è per caso, si sono domandati in molti, che le «aree protette» di orsi e balene fanno gola alle lobby del petrolio e alle loro trivelle?
Nel 2008 Sarah era stata la prima donna a far parte di un ticket repubblicano con il candidato alla presidenza John Mc Cain. Ferocemente antiabortista, è una ferma sostenitrice della pena di morte ed è contro i matrimoni gay. I tea-party, neoconservatori duri e puri sono ovviamente con lei. Ogni tanto Sarah fa una fesseria.
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