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«Il Pallone d’Oro? Lo porto a Napoli. Se ce l’ho fatta io...»

Cannavaro: «Avrei scelto Buffon. Tutti guardano chi segna, ma certi nostri interventi sono più belli di alcuni gol dove la palla va in porta senza sapere perché»

Paolo Marchi

nostro inviato a Parigi

Più che ai cronisti accorsi nella sede di France Football, gli organizzatori del Pallone d’Oro avrebbero dovuto ricordare che c’era un embargo sul nome del vincitore al vincitore stesso, a un Fabio Cannavaro che ieri non ha certo atteso le 19.45 per ufficializzare nel suo sito un segreto di Pulcinella. C’era proprio bisogno di un simile «sgub»? Il capitano dell’Italia mondiale ha raccolto 173 punti contro i 124 di Buffon e i 121 di Henry. La medaglia di legno è andata a Ronaldinho, 73 contro i 71 di Zidane, nono Pirlo con 17. «Avessi votato io – dirà Fabio – avrei indicato, nell’ordine, Buffon, Henry e Pirlo. Per me questo premio ha un valore doppio perché sono il primo difensore puro a riceverlo. Tutti guardano a chi fa i gol, ma se l’ultima rete di Ronaldinho vale da sola il prezzo del biglietto, certi nostri interventi sono più belli di certi gol dove la palla va in rete senza sapere nemmeno perché».
Certo che a 33 anni ne ha percorsa di strada questo scugnizzo ora al Real: «La prima volta che da Parigi mi hanno chiamato per dirmi che avevo vinto io, ho pensato a uno scherzo. E quando si sono rifatti vivi per il servizio fotografico, lì per lì mi sono detto se per caso erano quelli di Scherzi a parte. A fine servizio ho capito che era tutto vero e non sognavo».
Sogno e sognare saranno le parole che ricorreranno di più in conferenza: «Io sono un ragazzo della strada, sono cresciuto in un quartiere popolare di Napoli, una città difficile e piena di problemi. Però avevo un sogno, quello di diventare un calciatore, poi un grande calciatore, quindi di vincere il mondiale. No, il Pallone d’oro mai. Qui mi hanno donato il libro sui primi 50 anni del trofeo e quando ho finito di leggere i nomi dei vincitori, Di Stefano, Sivori, Cruyff..., mi sono detto che il 51° ero io, Cannavaro Fabio, segno che non sono tutto da buttare via. No, non scalzerò mai Maradona dal cuore dei napoletani, Diego ha fatto cose stratosferiche per noi. Io posso solo dire ai ragazzini di oggi che si può sognare, che bisogna insistere e mai mollare, che i sogni a volte si realizzano. Vorrei portare il pallone d’oro nella mia città perché tutti capiscano che se ci sono riuscito io... In verità vorrei portarlo anche a Torino perché se l’ho vinto è per l’anno nella Juve, 36 partite e 4 reti decisive, e per il mondiale, ma credo che molti lì non capirebbero e andare a prendere fischi non mi gusta».
Pausa, pieno di domande, poi le risposte: «Io acquisterò France Football con la mia faccia in copertina, i francesi non lo so. Spero che non risulti il numero meno venduto. Di solito sono premiati gli attaccanti o le mezzepunte, ma se stavolta non ha vinto Henry non è colpa mia e poi vale anche un mondiale come il nostro, vinto con una difesa d’acciaio, incassando solo un gol su rigore e un’autorete. E anche noi difensori giochiamo a calcio, mica siamo lì a sparare. Rispetto a quei difensori come Baresi e Maldini, Hierro e Scirea, che non lo hanno avuto pur meritandolo, credo che la differenza la faccia il titolo mondiale. Buffon? Gli ho parlato in nazionale, avrei gioito anche se avesse vinto lui perché non è un portiere, lui appartiene a un’altra categoria di uomini. Purtroppo l’immagine del calcio italiano è in ribasso, lo scandalo è stata una cattiva pubblicità. Ovunque all’estero ci massacrano e il campionato conta meno, ogni volta che torno in nazionale ce lo diciamo tra di noi. Le critiche? Un motivo in più per essere contento. Nel calcio tutti hanno la memoria corta».
Anche Totti? «Certo che quando segna come con la Samp, è normale che la gente lo voglia in nazionale, ma è pure vero che in Germania ha sofferto tanto e adesso è giusto che torni quando si sentirà al 100%.

Però penso anche che per me si è svegliato al momento giusto: fosse successo prima, a Parigi a ritirare il Pallone d’oro c’era lui». E se Buffon fosse stato il capitano?

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