Panche e mini chalet per la pesca sportiva

Panche e mini chalet per la pesca sportiva

Tiglieto, Rossiglione, Isola del Cantone, Valbrevenna, Fontanigorda, Borzonasca. Sono i siti dove sono state realizzate, nuove di zecca, le ultime aree attrezzate per la pesca sportiva. Sedie, panche, capanni, mini chalet in legno. Insomma, tutto per accogliere nel paradiso delle trote i migliaia di turisti che ogni anno vanno nel nostro entroterra per divertirsi con amo e canna. In totale, per il 2009, le aree attrezzate saranno quindi una trentina. L'elenco, con le mappe e informazioni sui luoghi, alla vigilia dell'apertura della pesca prevista per il prossimo 22 febbraio, è stato stampato in diecimila copie. Un progetto presentato ieri mattina in Provincia e realizzato grazie all'assessorato a caccia e pesca di Renata Briano e dal Gal Appennino Genovese con Marisa Bacigalupo. L'investimento in cinque anni è stato di circa mezzo milione di euro. Per le nuove strutture, realizzate nell'ultimo anno, di 190mila euro. Centoventimila da parte del Gal con fondi europei, settantamila investiti dalla provincia. Per tutte le informazioni basta collegarsi sui siiti internet www.provincia.genova.it e www.appenninogenovese.it oppure rivolgersi alle associazioni di appassionati del settore che hanno collaborato all'iniziativa dei due enti.
«I progetti sono stati ultimati nei giorni scorsi e risultano fruibili dai pescasportivi - spiega Briano - che, con la prossima apertura della pesca alla trota fario potranno apprezzare le infrastrutture».
«La pesca sportiva - spiega Bacigalupo - è un ottimo volano per l'economia turistica delle valli del nostro entroterra. Soltanto in Val d'Aveto, l'anno scorso, sono arrivati cinquemila turisti in più rispetto all'anno precedente per pescare alla trota». Nell'ambito dell'iniziativa c'è anche il progetto no kill. Una pesca dove il pescatore si confronta soltanto con la furbizia della preda. Vengono usate esche metalliche, come cucchiaini, o esche di mosche finte, e ami senza l'ardiglione, cioè senza il gancetto che provoca danni al pesce, che viene alla fine rigettato in acqua. Una disciplina che sta ottenendo un grosso successo.

Tanto che in quei fiumi dove è stata praticata si è notato un aumento della fauna e quindi una maggiore pescosità. L'assessore Briano ha ricordato che per pescare occorre il tesserino provinciale. Gratuito per i residenti, rilasciato a dieci euro per chi viene fuori provincia.

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