Dal panico al miracolo: cronaca di un recupero

In pochi secondi sembravano andati in fumo anni di lavoro. Poi l’idea di provare un servizio della famosa Kroll Ontrack. Ecco cosa è successo

Dal panico al miracolo: cronaca di un recupero

Se ne parla molto, ma in realtà in pochi sanno come funziona realmente un servizio di recupero dei dati. Chi vi scrive è uno di questi, avendo avuto la sfortuna (prima) e la fortuna (poi) di vedere il proprio hard disk esalare l’ultimo respiro e miracolosamente rimaterializzarsi grazie all’intervento di una delle più autorevoli società di recupero dei dati: Kroll Ontrack.

La cronaca. È il 6 marzo 2007 quando lo sventurato giornalista di turno, proprio nel pieno di uno dei suoi tanti raptus scrivendi, avverte dalle viscere del proprio pc una di quelle vibrazioni che non promettono nulla di buono. In pochi secondi si passa dal presagio ai fatti, o meglio, al fattaccio.

Il computer si riavvia improvvisamente ma, ancor prima di ricaricare il sistema operativo, appare un messaggio che lascia poche speranze: “nessun hard disk rilevato”. Seguono interminabili istanti nel quale l’incauto scrittore (già perché lo scellerato non aveva nemmeno provveduto a effettuare un back up) vede tutti i fotogrammi della propria vita professionale (e non) andare in fumo: addio scritti gloriosi, addio posta elettronica, addio a tutti gli affetti personali (musica e foto, solo per citare i più cari).

Dopo una notte insonne e qualche vano tentativo di ripristino, ecco l’illuminazione: provare la carta del recupero dati grazie al supporto di Kroll Ontrack.

Così, dopo un primo breve colloquio telefonico con un operatore del numero verde, arriva la prima e-mail dalla casa. All’interno vi sono le indicazioni da seguire per l’avvio del servizio, con il codice cliente e il numero di telefono da utilizzare per contattare il corriere convenzionato per il ritiro dell’hard disk.

Detto, anzi scritto, fatto. Già nel primo pomeriggio l’unità “agonizzante” viene prelevata e spedita presso la sede della società.
Il giorno seguente una seconda mail conferma l’avvenuta ricezione del disco e l’inizio delle operazioni di lettura. Passano due ore e arriva la prima diagnosi dell’hard disk: il 99% dei dati è salvo; verrebbe da gridare al miracolo.
Il terzo giorno - è il 9 marzo - l’hard disk resuscitato viene recapitato al rinvigorito giornalista che, ritrovato il sorriso, può tornare a imperversare sulle pagine di questa rivista.

In mercato con elevate potenzialità di crescita
Quello del recupero dati è uno dei mercati più promettenti soprattutto in Italia, dove è ancora parzialmente esplorato. A confermarlo è Paolo Salin, country manager di Kroll Ontrack Italia che spiega: «È un’area che genera un fatturato di 3 milioni e mezzo di euro; ma se consideriamo tutte quelle realtà che hanno bisogno di servizi di recupero dati, la cifra sale a circa 8 milioni di euro. Proprio per questo motivo la società ha studiato una serie di pacchetti preventivi che permettono alle aziende di programmare con anticipo le attività di recupero.

Trasparenza sui risultati e sui prezzi
Altro aspetto fondamentale è quello che riguarda la trasparenza del servizio: «In oltre l’80% dei casi», spiega Salin, «Kroll Ontrack è in grado di recuperare l’intero patrimonio di dati. Tuttavia si tratta pur sempre di un servizio che non può essere totalmente garantito a priori; per questo motivo preferiamo non promettere chimere, ma fornire un quadro completo e oggettivo che tenga conto dei rischi».

Decisiva a questo proposito è tutta la parte di diagnosi, che Kroll Ontrack affida a Verifile, un’applicazione eseguita da browser e utilizzata per visualizzare il rapporto che elenca i file per il recupero di dati.
Già, ma a che costo? «Abbiamo scelto un modello di tariffazione basato sull’intervento tecnico e non sui mega o i file recuperati», chiarisce Salin.

«Per il recupero dei dati da un comune hard disk si può prevedere una spesa di 90 euro per la fase della prognosi e di circa 700 euro per il recupero vero e proprio. Anche in questo caso abbiamo scelto la strada della trasparenza, prendendo le distanze da un certo tipo di comunicazione molto sexy alla quale non corrisponde poi un reale vantaggio in termini di costi».

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