Pannella lancia i Radicali nelle braccia dellUnione
11 Settembre 2005 - 00:00Il leader al comitato nazionale: «Mi chiedete se voglio un accordo con il centrosinistra? Sì, ormai ritengo che Berlusconi sia spacciato»
Francesca Buonfiglioli
da Milano
Continua la bufera sulla sanità campana. E, finalmente, ieri è arrivata la presa di posizione del presidente della Regione Antonio Bassolino sul caso delle intercettazioni telefoniche, risalenti al 2003, in cui il deputato ds Giuseppe Petrella fa pressioni sul direttore generale dellAsl 2 di Napoli, Pierluigi Cerato, per la nomina di un direttore sanitario gradito al partito, ma che non aveva i titoli per quel posto.
«Mi sembra chiaro che nella telefonata di Petrella ci sono toni sbagliati - ha ammesso il governatore, che tra laltro è anche amico personale dellesponente dei Ds - e mi sembra chiaro che la telefonata nel suo insieme si presta a critica legittima». Bassolino poi cambia obiettivo e riserva le critiche più aspre alla diffusione «illegale e illegittima» dell'intercettazione da parte di esponenti di Alleanza nazionale.
«Laspetto molto importante della vicenda scoppiata in questi giorni - prosegue Bassolino - è che poi, dopo una telefonata sbagliata, Cerato abbia scelto in piena autonomia, guardando il curriculum dei due candidati. Ha fatto la sua scelta e questo io penso sia un fatto importante. Il mio augurio è che succeda sempre così e che sia successo sempre così».
Petrella avrebbe agito in questo modo perché, come è stato osservato da chi lo conosce, «ha un carattere molto impulsivo»: «È vero - ha ribadito Bassolino - ma questo, secondo me, non cambia la sostanza del tipo di telefonata».
Ma, al di là della gravità dellaccaduto, quello che sembra stare più a cuore al presidente della giunta regionale campana è «luso politicamente grave delle intercettazioni di materia ancora sottoposta a indagine e dunque di materia che attiene a segreto d'ufficio». Bassolino parte allattacco del deputato di An Marcello Taglialatela, «colpevole» di aver diffuso i verbali di uninchiesta giudiziaria con le intercettazioni telefoniche dopo averli trovati nella «mazzetta» dei giornali. «È davvero curioso sostenere che fuori dalla porta di casa - ha commentato il governatore della Campania, insinuando il dubbio di una strumentalizzazione politica da parte di An e della Casa delle libertà - insieme ai giornali arrivino buste chiuse con dentro le intercettazioni. Nel caso io sarei andato in Procura. Diffondere materia sottoposta a indagine in corso è illegale. E trovo singolare che questo venga fatto da un parlamentare e da un consigliere regionale perché il rispetto delle leggi è obbligo per tutti i cittadini ma per chi ha incarichi istituzionali la cosa mi sembra due volte doverosa». E conclude rilevando una contraddizione: «Mentre a Roma si approva un disegno di legge che modifica il regime delle intercettazioni, qui addirittura si diffondono illegittimamente e illegalmente con inchieste che sono ancora in corso».
Chiamato in causa, Marcello Taglialatela passa al contrattacco senza usare mezzi termini: «Bassolino non può addossare responsabilità a nessuno perché è lui che controlla la sanità in Campania. La vicenda non riguarda solo Petrella che ha esagerato nei toni: il deputato diessino ha eseguito ordini di partito».
Taglialatela respinge anche laccusa di strumentalizzazione: avrebbe infatti divulgato i contenuti delle intercettazioni solo «per dimostrare che la sanità in Campania è chiaramente lottizzata dal centrosinistra. I verbali che ho reso pubblici - continua - sono già agli atti della Procura».
Lultima battuta è sui prossimi risultati elettorali. «Se fossi Bassolino - avverte lesponente di An - non sarei così tranquillo.